Nato a Mazara del Vallo, il 3 giugno 1906. Ex allievo del Ginnasio e del Liceo classico privato di cui fu uno dei primi "quattro allievi" conseguì la laurea in Giurisprudenza nell'Ateneo di Palermo. Col grado di capitano di Fanteria del Regio Esercito partecipò alla guerra 1940 - 43, distinguendosi per l'alto senso del dovere e pe l'esemplare disciplina, oltre che per la profonda umanità. Dal 1946 fu presidente della sezione mazarese dell'Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi in guerra. Dal 1950 fu Ispettore Onorario dei monumenti e delle Gallerie d'Arte per la Sicilia Occidentale. Dal 1959 l'Accademia Selinuntina di Scienze e Lettere e Arti lo ebbe tra la sua schiera di accademici e in questo prestigioso sodalizio vi svolse l'ufficio di cancelliere. Presidente della Giunta Diocesana d'Azione cattolica, studioso attento, forbito cultore delle lingue classiche. Socio della Società Siciliana di Storia Patria, fu ricercatore instancabile della verità storica e all'archivio storico diocesano della città di Mazara del Vallo, uno dei più ricchi e rinomati dell'Isola, consacrò il meglio delle sue doti intellettuali. Fu autore di numerevoli studi monografici pubblicati dalla rivista "Trapani" (diretta da un altro illustre mazarese, Gianni Di Stefano) e sul Bollettino Ecclesiastico Diocesano. Il suo nome rimane particolarmente legato all'opera "La Cattedrale e i Vescovi di Mazara del Vallo" edito nel 1980 a cura dell'Accademia Selinuntina". Esercitò sempre la sua professione con amore, diligenza e senso di profonda responsabilità. Cattolico politicamente impegnato, fu sindaco della Città e, varie volte, Assessore in diverse giunte comunali, tutte cariche che espletò sempre con rettitudine e indiscussa onestà. E' stato decorato della Croce al merito di guerra e insignito dell'Onorificienza di cavaliere Ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana. Inoltre nel 1979, dal Santo Padre Giovanni Paolo II è stato insignito della Commenda dell'Ordine Equestre di San Gregorio Magno. La morte lo colse la sera del 24 aprile 1986, nella piena lucidità delle sue facoltà mentali, trovandolo nell'appagamento della sua fede cristiana sempre autenticamente vissuta.
1936 - Como
Giovane ufficiale
06/08/1936
Bormio (SO) - Una foto inviata alla cara mamma e alla sorella Rosa
Pantelleria - 13/4/ XX
Il sotto tenente di Fanteria del Regio Esercito - Alberto Rizzo Marino
In questa foto un altro mazarese della milizia fascista: il capitano Carlo Ramo (al centro)
Marzo 1956
Posa della prima pietra per la nuova ala dell'Istituto Sant'Agnese
Don Gaspare Morello, avv. Alberto Rizzo Marino, dott. Francesco Safina (sindaco), dott. Agostino Conigliaro (comm. P.S.)
14 Maggio 1959 - Salemi - Balcone del palazzo comunale
1961 - Relazione del''Accademia Selinuntina" tenuta da Gianni Di Stefano
L'uditorio è costituito da alunni del Liceo classico: Peppe Arena, Piero Ofrias, Nicolò Carrato, Luigi Vilardo, Giovanni Vassallo
Alberto Rizzo Marino con la moglie sig.ra Gaetana Bellitti e il primogentito Benedetto
Gaetana Bellitti
1965 - Villino di Giannino D'Annibale
Francesco Bellitti, Gaetana Bellitti, Alberto Rizzo
21 giugno 1968 - Piazzale chiesa di San Pietro
Filmato degli archivi della RAI
"Questo filmato fu girato a Mazara nel 1960 dal regista della RAI Corrado Sofía (di Noto), sotto l'egida dell'Istituto di Studi Arabi dell'Università di Palermo, curato dal il prof. Umberto Rizzitano, studioso di Istituzioni musulmane dell'Università di Palermo ed amico dello Rizzo. Fu trasmesso in televisione dalla RAI con il nome "Sicilia anno Mille" ( fu trasmesso in tre puntate che interessarono oltre la nostra città, anche, Monreale, Cefalù e Taormina).
Alberto Rizzo al matrrimonio della nipote Ilaria, figlia del primogenito Benedetto, a destra il consuocero
******
La città di Mazara, dopo avergli intitolato una piazza, quella antistante la Posta centrale, ha voluto onorarlo dedicandogli una Scuola elementare, quella del IV Circolo didattico.
Plesso del IV circolo didattico "Giovan Battista Quinci"
Il dirigente scolastico prof. Gaetano Calcara
Diversi interventi per ricordare la figura dell'illustre concittadino
Assessore alla Pubblica Istruzione prof. Calcara
Il dottor Mario Cajazzo (oratore ufficiale)
Il prof Maltese, ex dirigente scolastico
Il prof. Vitale Incalcaterra ex dirigente scolastico
L'intervento di un ex combattente, fante nella compagnia del capitano Rizzo
La nipote Tania ricorda il nonno
Mostra fotografica allestita per l'occasione dai ragazzi
Un'ideale ricostruzione della scrivania di Alberto Rizzo Marino con l'immancabile lente d'ingrandimento che per tutta la vita usò nella lettura dei manoscritti.
L'ultima immagine di Alberto Rizzo. Si rileva la presenza dellle insegne di commendatore dell'Ordine equestre di San Gregorio Magno. Il titolo onorifico gli fu concesso nel febbraio 1980 da Giovanni Paolo II per avere pubblicato "La Cattedrale ed i Vescovi di Mazara". La bolla papale è firmata dal segretario di stato.
Riedizioni di sue opere
Il Monastero Normanno di S. Michele Arcangelo (novecento anni di storia)
Anno 2004 - Edizioni Istituto per la storia della Chiesa mazarese
Nel presentare all’attento lettore il volume “Il monastero e la chiesa di San Michele Arcangelo” a Mazara, lavoro svolto dall’illustre studioso Alberto Rizzo Marino e già pubblicato a puntate nella rivista “Trapani”, ho voluto premettere un capitolo sulla presenza benedettina in questa Chiesa di Mazara, antica diocesi normanna, che dalla sua istituzione all’anno 1844 fu una delle diocesi più vaste dell’Isola. Il suo territorio confinava a Nord, Ovest e Sud con il mare, mentre ad Est si estendeva quasi alle porte di Palermo annoverando, oltre all’intera provincia di Trapani, anche molte città del palermitano, come Partitico, Carini e Sferracavallo sino al fiume Jato.Il governo spirituale di questa Chiesa si estendeva inoltre all’isola di Pantelleria e per tre secoli anche alla città dì Tunisi. Un territorio assai vasto dove, nei due secoli di dominazione araba, la religione cristiana era stata quasi cancellata. Liberata l’Isola dalla dominazione musulmana, la presenza benedettina si rivelò provvidenziale per la rinascita religiosa e morale del popolo. Le claustrali benedettine si costituirono eredi naturali dei grandi monasteri basiliani e nella Sicilia risorta alla fede cristiana la figlie di san Benedetto segnarono e plasmarono in modo notevole la vita religiosa e civile dell’Isola. Il conte Ruggero d’Altavilla, che aveva insediato a vescovo di Mazara il proprio cugino, Stefano De Ferro, monaco benedettino, si adoperò a fondare monasteri benedettini maschili e femminili nei vari territori della Sicilia, fiducioso e sicuro dell’opera che avrebbero svolto a favore della fede cristiana e a salvaguardia del suo potere politico. Il monastero benedettino non era considerato, infatti, un semplice rifugio per gli spauriti, l’approdo dei falliti, o l’arca che raccoglie i naufraghi, ma il luogo privilegiato per quanti cercano Dio, la vera scuola e palestra di virtù che plasma l’animo ed aiuta a formare il carattere e la personalità. Le benedettine furono presenti in diverse città della Diocesi e in numero assai rilevante se a Mazara si attestarono con tre monasteri distinti; oggi vivono ed operano a Mazara nel monastero San Michele Arcangelo, un cenobio che vanta una storia quasi millenaria se le sue origini sono da ricercarsi agli albori dell’istituzione della diocesi di Mazara (anno 1093). Il lavoro di Alberto Rizzo Marino, attento, scrupoloso, intelligente e scevro da pregiudizi, si era fermato al 1950, l’anno giubilare, che vide a Mazara la rinascita benedettina portata avanti da donna Maria Luisa Mancuso, l’abbadessa che era riuscita ad ottenere dalla Civica Amministrazione la restituzione di quei locali, che oggi costituiscono l’attuale monastero, vanto di questa città ed oasi di preghiera e di pace. Al lettore l’augurio di trovare in questa oasi ore di serenità per lo spirito e la vera gioia dell’anima
Una bella ricerca storica (gli ebrei a Mazzara nei secoli XIV e XV) fatta da Alberto Rizzo, pubblicata negli Atti della Società Trapanese per la Storia Patria, grazie al prof. Gianni Di Stefano. Ho avuto il piacere assieme ad altri amici di essere co-editore della stampa anagrafica dell'opera, che ho provveduto a divulgare in alcune importanti Biblioteche Ebraiche, in Italia e all'estero.
Ne sconoscevano l'esistenza e ne hanno apprezzato l'importanza e la validità soprattutto statistica (per le loro ricerche). Sono onorato di essere amico dei suoi figli ma soprattutto di essere stato, anche, suo giovane amico e suo grande estimatore.
Come scrisse di lui Henric Bresc (che non lo ha conosciuto di persona) "Il suo stile sa di erudizione ora, e spesso purtroppo, sorpassata, anche nella presentazione che dà dell'importanza dei dettagli sottovalutati poi dal movimento che ha cambiato la storia a partire dagli anni trenta... Un misto tra una tradizione di storia municipale di qualità e delle aperture anche commoventi sulle vicende dell'ebraismo mazarese che sboccano su una visione degli ebrei e dei convertiti più svariata, meno stereotipata che non quella che oggi viene adottata"
Uno dei suoi tanti meriti è stato quello di avere raccolto e catalogato una quantità immensa di dati e notizie inedite completando l'opera di un'altro illustre mazarese, l'abate Vito Pugliese. Il suo impegno si pone peraltro nella continuità di una nobile fioritura di studiosi di Storia Patria, quali don Giovan Battista Quinci, avv. Leonardo Bonanno e il medico Filippo Napoli, prof, Gianni d Stefano. Nel frattempo sono apparsi nel panorama culturale altri studiosi, come il sac. prof. Pietro Pisciotta, il medico Enzo Gancitano, il prof. Tonino Cusumano, il dott. Rosario Lentini, il prof. Danilo Di Maria e tanti altri. Un altro grande studioso, mio caro amico, è stato l'arch. Vito Maria Ballatore, ma la sua giovane esistenza è stata stroncata all'età di 40 anni e non ha potuto esprimere appieno il suo grande potenziale. Se dimentico qualcuno, non me ne vogliate, non è intenzionale.
Interessanti altri studi monografici furono:
- I Corsari barbareschi (1969)
- Campane e campanili della città di Mazara del Vallo
- Alcuni quaderni del "Fistinu di Santu Vitu"
- La Cattedrale e i vescovi di Mazara del Vallo
- Il campo dove ha dedicato più tempo nelle sue ricerche è quello della "Mazara Sacra". Tanti ngli articoli dedicati: Monasteri, San Nicolò Regale, L'Osservanza di Santa Maria di Gesù e San Michele Arcangelo (1960), i campanili, i vescovi, un santo nella persona di Giovanni Matteo Adami, gesuita missionario e martire in Giappone nel 1633, e un intellettuale, il domenicano Fra Tommaso Schifaldo
Giusto riconoscimento ad un grande uomo!
RispondiEliminaChe emozione! Per Mazara rappresenta un esempio da seguire, un punto di riferimento, con la sua onestà, morale e grandezza intellettuale, sia dal punto di vista storico che umano. Un vero galantuomo, nel senso nobile della parola. Forse è poco, io gli avrei dedicato anche una statua davanti al comune e un'aula consiliare. Inoltre è stato lo storico di Mazara, avendone scritto la storia in latino.
RispondiEliminaCiao Pino, sei grande !!! Ma dove hai trovato queste due foto ? Mio padre allora era a Pantelleria, in zona operazioni. Mi sembra di riconoscere Carlo Ramo ; lui era con la milizia fascista, mio padre con il Regio Esercito. Io non le avevo mai viste ! Bravo ! La storia si scrive anche con le immagini ! Stai facendo un lavoro eccezionale.
RispondiEliminaGentile Professore Catalano,
RispondiEliminaSul Suo ottimo blog Mazara Forever, tra i tanti argomenti interessanti, ho letto la bella pagina dedicata ad Alberto Rizzo Marino. Nel complimentarmi per il Suo autorevole impegno nella divulgazione della cultura mazarese, mi permetto di chiederLe se conosce qualcuno che possiede l'articolo del Rizzo Marino, Gli Ebrei di Mazara nei secoli XIV e XV, in «Atti della Società trapanese per la storia patria», 1 (1971), pp. 1-78.
Mi scuso del fastidio che Le sto procurando e, ringraziandoLa, La prego di gradire i miei saluti più cordiali.
Prof. Giuseppe Arlotta
Centro Italiano di Studi Compostellani
Università degli Studi di Perugia
Filippo Napoli, Alberto Rizzo Marino, Gianni Di Stefano, Vito Pugliese, Enzo Gancitano, Giovan Battista Quinci, Leonardo Bonanno, Gaspare Morello, Sebastiano Vento, questi i nomi che hanno segnato il mio passo nell'approfondimento storico artistico della città, educatori virtuali d'eccezione che hanno profuso in me la passione e l'amore per le nostre origini. Attraverso la loro certosina attività di ricerca la sensazione è proprio quella di far ingresso nella prestigiosa macchina del tempo che proietta a ritroso al fine di valorizzare ciò che di suo la nostra amata Mazara Del Vallo offre: un patrimonio storico artistico dal valore inestimabile che ha portato l'imperatore Carlo V a inserirla nei registri regi (sec. XVI) con l'epiteto di "Inclita Urbs". Non ultimo il nostro pregevole dott.re Pino Giuseppe Catalano che con mirabile progettualità ha dato un volto a ciò che un tempo le nuove generazioni potevano solo immaginare: il suo blog. Un corale grazie e ad maiora semper. Un abbraccio.
RispondiEliminaComplimenti, Pino per il tuo appassionante lavoro certosino che svolgi con impegno ed intelligenza ammirevoli!. Grazie per le immagini e le note storico-critiche che condividi su questa blog interessantissimo da tutti i punti di vista,! È molto emozionante sapere che è stata pubblicata l'opera dello zio Alberto, studioso di Storia mazarese fuori dal comune! E Che gioia vedere la copertina di questa sua ricerca nel giorno della memoria!... Come mi piacerebbe leggerla! Ciao!
RispondiEliminaGrazie Pino per le belle parole profuse nei riguardi di mio padre e della sua opera. Colgo l'occasione per dirti quanto ammiri questo tuo lavoro di ricerca attenta e scrupolosa, fatta di " immagini e parole" che se, in noi adulti, suscita emozioni e ricordi che credevamo sopiti nel tempo, nei più giovani, certamente, accende il piacere della conoscenza, la passione e l'amore per tutto ciò che riguarda la nostra bellissima, magnifica Mazara !
RispondiElimina