11 febbraio 2009

Galleria di personaggi

Lu zu Ninu "ciucia chi vola
(al secolo Antonino Asaro, sposato con Caterina Barracco)
"Come al solito camminava a piedi nudi. aveva la sua solita fascia nera attorno alla pancia che gli faceva da cintura e da supporto a un lungo coltello che ci teneva infilato dentro. Non aveva, purtroppo il cesto con i ricci e il secchio con l'Ogghiu a mari (attinie meduse deliziose se mangiate fritte a pastetta). Lo avvicinai e gli chiesi se potevo fargli una foto, Mi guardò con qualche dubbio e mi rispose: " Vossia mi piaci; però mav'aspittari n'anticchia chi mi va 'canciu" (Lei mi piace ma dovrà attendermi qualche minuto che vado a cambiarmi). Gli spiegai che era così come si trovava che mi sarebbe piaciuto fotografarlo, perchè lui era bello così. Mi guardo con sospetto ma poi forse lusingato mi pose le sue condizioni: "Non dovevo far vedere i piedi nudi". In un primo tempo rimasi deluso ma poi decisi che quella sorta di pudore che lu Zu Ninu non mostrava durante la sua normale giornata in giro per le strade di Mazara ma che sentiva necessaria in una foto destinata all'osservazione degli estranei era un sentimento che andava rispettato." Il suo soprannome, a dire del nipote Pino Falco, era dovuto al fatto che era molto agile nel camminare e nel saltare gli ostacoli (e anche quando tirava di coltello, come si usava a quei tempi) scritto da Gaspare Paladino

1938 - Piazza Regina
Giovannino Tumbiolo
(vestito di nero, per la morte di un figlio, portò il segno di lutto per tutta la sua esistenza)

Porto canale anni trenta
Angolo dove si scaricavano le merci e lo zibibbo di Pantelleria


Forse Spaccasi (odierna Sfax in Tunisia)
Stefano Fiorino (al centro il più alto) immediatamente a sinistra Leonardo Licari. I due furono amici e soci per quasi tutta la loro vita. Stefano era trapanese, Leonardo mazarese. Stefano sposò Angela Asaro, la sorella di Leonardo, e Leonardo sposò Maria Fiorino, sorella di Stefano


Anni Cinquanta
1956 - Commercio di Uva Zibibbo
Da Pantelleria arrivava per lo smistamento in tutt'Italia, con i nostri motopesca, la meravigliosa uva Zibibbo. Marcello Fedele, Vitino Favara, Quinci


Non conosco queste persone

Riconosco le aragoste

La sarcitura





Vincenzo Mulone mentre ripara le reti della sua barca "Nuova Miss Giovanna"

Lu ragionieri

Nella marineria mazarese degli anni cinquanta e giù di lì, esisteva una controversa figura professionale: lu ragionieri. Si trattava di una persona (quasi mai diplomata in Ragioneria, speeso col diploma elementare) di fiducia dell'armatore i cui compiti erano quelli di appuntare in un quaderno, all'arrivo dalla pesca, le cassette di pescato di un natante, suddividendole per categorie e stilare una lista sulla quale poi accadeva di tutto. Il resoconto lo consegnava all'armatore (all'epoca spesso analfabeta) il quale forniva ai suoi dipendenti i marinai la versione riveduta e corretta dalla quale si doveva, tolte le spese e il suo introito di diritto, fare la suddivisione delle quote restanti (la parti) tra l'equipaggio. La divisione avveniva in parti diseguali: la parte del leone (dopo l'armatore) la faceva il capitano, poi il motorista quindi l nostromo e infine gli altri componenti la forza lavoro. Spesso il capitano prendeva un extra dall'armatore (di nascosto) perchè un bravo capitano era conteso sulla piazza e per rimanere in quella ditta alzava il prezzo. Altro compito di lu ragionieri era intrattenere rapporti con i commercianti e con le banche. Durò in auge, sino a quando a causa delle varie riforme tributarie, divenne indispensabile la figura del Commercialista.

La spartitina (La divisione delle quote (li parti)
In primo piano il capitano Alfonso Gancitano (nasicchiu),  seduto al centro della tavola il commerciante di pesci Delfino e poi gli altri componenti dell'equipaggio, Bellarmino

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