09 luglio 2009

Breve Storia

Dalla sua costituzione ad opera del conte Ruggiero e della bolla di Urbano II del 10/10/1098, il territorio della Diocesi, fra i più vasti dell'isola, era rimasto pressoché immutato per circa ottocento anni, allorché a tre lustri circa dall'Unità, aveva subito un doppio smembramento. Con la bolla In Suprema militantis Ecclesiae, di Gregorio XVI, del 20/5/1844, nell'ambito di una complessa ristrutturazione, erano stati aggregati all'arcidiocesi di Monreale nove comuni o terre viciniori (Balestrate, Borgetto, Capaci, Carini, Cinisi, Partinico, Terrasini, Torretta e Valguarnera Regalì). Di lì a poco, la bolla Ut Animarum Pastores, del 31/5/, erigendo la diocesi di Trapani, le aveva assegnato i comuni di Monte San Giuliano, Paceco, San Lorenzo, Favignana (con Levanzo e Marettimo) e Pantelleria. Al momento dell'Unità d'Italia la diocesi mazarese comprendeva 14 comuni: oltre a Mazara, Alcamo, Calatafimi, Campobello, Castellammare, Castelvetrano, Gibellina, Marsala, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, e Vita. I nuovi confini rimarranno immutati fino al 1950. 
L’abate Rocco Pirri (Noto 1577 - Palermo 1651) è considerato il padre della storia ecclesiastica siciliana. A lui si deve l’immortale opera intitolata “Sicilia sacra”, che è la fonte più prestigiosa per la storia delle Chiese dell’Isola e alla quale si ispirò il celebre Ughellino nella sua opera “Italia sacra”. L’opera, pubblicata in Palermo nel 1644 in seconda edizione, con alcune correzioni e l’aggiunta di una ampia cronologia dei re di Sicilia, è divisa in quattro libri: il primo contiene le notizie storiche relative alle tre Chiese metropolitane di Palermo, Messina e Monreale; il secondo dà le notizie relative ai tredici vescovadi estinti; il terzo raccoglie le notizie storiche dei vescovadi vigenti: Catania, Siracusa, Agrigento, Patti, Cefalù, Mazara, Malta, Lipari. Il quarto libro, suddiviso in quattro parti doveva contenere le notizie relative alle abbazie e priorati degli ordini monastici allora esistenti in Sicilia (Basiliani, Benedettini, Cirstercensi ed Agostiniani), ma rimase incompleto. I libri, già esistenti, furono continuati ed aggiornati dal can. Antonino Mongitore, noto storico palermitano del sec. XVII, e dal benedettino cassinese Vito M. Amico da Catania. Morto il Mongitore, nel 1761 si formò a Palermo una società di scelti letterati siciliani con lo scopo di correggere e continuare la “Sicilia sacra”. Si deve all’Angelini (canonico della Cappella Palatina e responsabile della Biblioteca comunale di Palermo) se si riuscì in quel tempo a cointeressare vari studiosi siciliani e a raccogliere i loro manoscritti sulle Chiese locali della Sicilia, che oggi costituiscono un vero patrimonio, conservato gelosamente nella biblioteca palermitana. Sulla Chiesa di Mazara le notizie furono fornite da Giacomo Gerardi, professore di Teologia Dommatica e Morale nel Seminario vescovile e primo segretario dell’Accademia Selinuntina. Si tratta di una relazione del 1779, dove sono raccolte notizie sui canonicati e le prebende della Cattedrale, sui vescovi e sul Seminario rispetto al secolo XVIII. Il manoscritto, conservato nella biblioteca ai segni Qq H 123 n. 2, è stato pubblicato da Mr. Boglino in “La Sicilia sacra” (I pp. 271-274, 297-300), con il titolo “Notizie sopra la Chiesa di Mazara”. Relativamente ai vescovi di Mazara, nel libro III (not. VI) della “Sicilia sacra” del Pirri furono date notizie riguardanti i primi vescovi, da Stefano Ferro di Rouen, cugino del conte Ruggero, al cardinale Domenico Spinola (1636); il Mongitore completò le notizie sui vescovi da Spinola a Bartolomeo Castelli (1695-1730). Il Gerardi diede brevi cenni bibliografici sui vescovi Alessandro Caputo, Giuseppe Stella, Girolamo Palermo e Michele Scavo. Bartolomeo Castelli, arcidiacono, nel 1900 pubblicò in “La Sicilia sacra” notizie più diffuse sui vescovi Caputo (II pp. 256-263), Stella (pp. 462-472) e Palermo (III, p. 33-36); mentre G. B. Quinci pubblicò sulla stessa rivista storica, nell’anno 1904, notizie sul vescovo Scavo (1766-1771). Monografie sui vescovi Ugo Papé (1772-1791) e Bartolomeo Castelli (1675-1730) sono state pubblicate dal Sac. Pietro Pisciotta negli Annali del Liceo Classico “G.G. Adria” rispettivamente nei volumi V e VII della serie; mentre un profilo storico del vescovo Costantino Trapani (1977-1987) venne steso dallo stesso nella raccolta di testimonianze “Ignem Veni Mittere”, edito a cura dell’Accademia Selinuntina. Notizie sui vescovi di Mazara sino al 72° della serie, Gaetano Quattrocchi (1900-03), sono ampiamente riscontrabili nell’opera del Quinci “Fonti e notizie storiche sul Seminario”, edita nel 1937 dalla scuola tipografica “Boccone del Povero” di Palermo; mentre sui vescovi Nicolò Audino (1903-33) e Salvatore Ballo (1933-49) le notizie sono riscontrabili nel saggio “Cinquant’anni di storia del Seminario di Mazara” di Pietro Pisciotta negli Annali del Liceo (Vol. VI). Una biografia esiste inoltre sul Vescovo Nicolò Audino ad opera di Mons. Gaspare Aiello, edita dalla tipografia “Boccone del Povero” di Palermo. Alberto Rizzo Marino nel 1980 ha curato il catalogo completo dei vescovi di Mazara nella sua opera “La Cattedrale e i vescovi di Mazara del Vallo” edita dalla Accademia Selinuntina di Scienze Lettere ed Arti. L’Istituto di Storia per la Chiesa mazarese in questo ultimo decennio 1983-1993 ha curato, ad opera di Gaetano Nicastro, la pubblicazione in tre volumi delle visite “ad limina” dei vescovi di Mazara dal 1590 al 1910. Lo stesso Istituto nel 1995 ha curato la pubblicazione del volume: “La Chiesa di Mazara nei novecento anni della sua storia”, a cura di don Pietro Pisciotta, docente di Storia della Chiesa nell’Istituto di scienze religiose “Mater sapientiae”. Ultimo in ordine di tempo è stato pubblicato nell’anno 2005 il volume di don Pietro Pisciotta in 350 pagine “La Chiesa di Mazara fa memoria” (cento anni di storia attraverso il Bollettino Ecclesiastico) con ampio excursus sui vescovi che si sono succeduti da mons. Nicolò Maria Audino a mons. Domenico Mogavero. 

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