Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, un violento terremoto del grado 6,4 della scala Ricther, colpì le nostre zone con epicentro nella Valle del Belìce. Tra i 14 comuni interessati i più colpiti furono Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago. Le vittime furono 370, un migliaio i feriti e circa 70.000 i senzatetto. Mazara fu colpita marginalmente.
Il vescovo mons. Giuseppe Mancuso (1963/77) accompagnato da don Giovan Battista Mangogna e don Paolo Milazzo tra i terremotati. A destra il sindaco di Mazara Nicolò Vella
Il vescovo visita la tendopoli. Lo accompagnano don Pietro Accardi, don Vito Renda e il fotografo Francesco Boscarino
Nelle prime file si notano i politici mazaresi. Il sindaco Nicolò Vella, il presidente della Provincia Saro Ballatore, l'ass.re Berbardo Frazzetta, il notaio Francesco Giubilato
1968 - Cattedrale di Mazara
Matrimonio di una giovane coppia di sfollati di Gibellina
Edvige Ripa, Pino Catalano, Luigi Tumbarello, Nicola Noce, Piero La Grutta, Vito Bonafede, Enzo Tumbiolo (dietro), Franco Romano, Francesca Sardo, Giuseppe Zambuto, Vito Ballatore, Giorgio Foraci, Ezio Bertuglia, Giovanni D'Alfio, Francesca Petruccelli (dietro)
I giovani con la fascia bianca sul braccio sinistro sono "Volontari" del Centro di coordinamento Pro Terremotati
I meno giovani come me hanno vissuto sulla propria pelle il Terremoto del Belice, violento evento sismico, di magnitudo momento 6,1 che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo. Dato che la maggior parte dei comuni colpiti più duramente faceva parte del comprensorio comunemente definito Valle del Belìce o per definirlo si ricorse a tale termine. Mazara accolse molti terremotati in tendopoli e locali adibiti (scuole, uffici pubblici). Un mazarese, il notaio Francesco Tumbiolo, esercitante a Pisa, volle dare un contributo alle popolazioni colpite e organizzò un gruppo di volontari che condusse personalmente, con un volo speciale, nella nostra città. Erano giovani psicologi, assistenti sociali, studenti in Medicina e qualche medico che diedero un apporto umano e professionale non indifferente in quei tristi giorni. A loro va il nostro imperituro ringraziamento.
1968 - Un gruppo di terremotati attorno al fuoco
Villa Jolanda
Vito Ballatore, Francesco Tumbiolo (col basco) i una rappresentanza del folto gruppo di pisani
Serata ricreativa alla Colomba Bianca per tenere su il morale ai disagiati
1968 - California - (San Diego) - "Comitato pro terremotati di Sicilia"
I siciliani di tutto il mondo furono partecipi del dolore e alcuni raccolsero fondi per aiutare le popolazioni in difficoltà
Video Servizio
Ha introdotto la presentazione il Coordinatore dei sindaci della Valle del Belìce e primo cittadino di Partanna Nicolò Catania, che ha illustrato la storia dell’emissione straordinaria del francobollo e ha affermato: “L’emissione di questo francobollo è un grande successo per tutta la Valle del Belìce, un giusto tributo di memoria di un popolo che ha vissuto il dramma del terremoto, un popolo che è rinato attraverso la bellezza della sua storia, della cultura e della sua natura”.
Alla cerimonia sono intervenuti i sindaci della Valle del Belìce e i dirigenti di Poste Italiane che con il Direttore della filiale di Poste Italiane SPA di Trapani Fabio Bayona dichiara: “La filatelia attraverso l’emissione di questo francobollo vuole rappresentare la presenza dello Stato che riconosce, dona memoria ed importanza ad un territorio e a i suoi cittadini, una Valle che è rinata sotto il segno della Bellezza.”
Il Francobollo che ha valore di € 0,95 è stato realizzato dalla bozzettista Tiziana Trinca, del Poligrafico dello Stato, ed è accompagnato da un testo redatto dal critico d’arte e assessore alla cultura del Comune di Gibellina Tanino Bonifacio che, per Poste Italiane, così descrive i contenuti iconografici del francobollo:
“La “Stella di Gibellina” è rappresentata iconograficamente nel francobollo come stele della memoria viva, come quinta scenica che si innalza nell’azzurro del cielo e separa un “prima” e un “dopo” terremoto: prima le case dell’antica Valle costruite con pietra precaria e povera, ma ricca di dignità, pietra come scrigno dei valori umani; poi i segni del dramma, i ruderi intrisi di profumi familiari, testimoni silenziosi di affetti perduti.
La “Stella” del mazarese Pietro Consagra è “porta”, varco per un transito fisico e simbolico nella vita dei territori del Belìce, luoghi disseminati di segni di creatività umana che indicano approdi felici in porti rassicuranti pieni di bellezza naturale e culturale.
A mezzo secolo da quella tragica notte del 14-15 gennaio 1968, che vide aprirsi nel seno della Terra il buio dell’inferno e il demone della paura, la Valle del Belìce oggi è diventata una terra che quotidianamente crea, semina, custodisce il fiore imperituro e vitale della Bellezza umana”.
L’emissione di questo francobollo è inserita nel contesto delle iniziative dedicate al cinquantesimo anniversario del sisma del 1968 ed arricchisce il programma delle attività culturali promosse dal Coordinamento dei sindaci della Valle del Belìce
Serata ricreativa alla Colomba Bianca per tenere su il morale ai disagiati
Angela Rizzo, Francesco Tumbiolo, Cesare Vaccaro, Nicola Marino, Enzo Gagliano, Pina Rizzo, Salvatore Valenti, Vito Ballatore, Tino Valenti, Vanni Fiocca, Nicola Noce
Gibellina - Nozze ?
Umberto Fabrizi (a sin)
L'appuntato Umberto Fabrizi, ospitò alcuni terremotati nella sua abitazione. Questa coppia era stata tra gli ospiti e al loro matrimonio vollero che lui partecipasse e lo scelsero come testimone per lo sposo.
I siciliani di tutto il mondo furono partecipi del dolore e alcuni raccolsero fondi per aiutare le popolazioni in difficoltà
Santo Giametta, Vito Ferrantello, Vincenzo Fiore, Nenè Vitale, Vincenzo Bruno, Gaspare Sciuto, dott. Frank Gigliotti (premiato per l'opera da lui svolta a favore dei sinistrati), Leonardo Ingrande, Girolamo Ingrande
Video Servizio
Alcune istantanee scattate all'epoca
18/01/1968 - Motevago
2018 - Roma
Ha introdotto la presentazione il Coordinatore dei sindaci della Valle del Belìce e primo cittadino di Partanna Nicolò Catania, che ha illustrato la storia dell’emissione straordinaria del francobollo e ha affermato: “L’emissione di questo francobollo è un grande successo per tutta la Valle del Belìce, un giusto tributo di memoria di un popolo che ha vissuto il dramma del terremoto, un popolo che è rinato attraverso la bellezza della sua storia, della cultura e della sua natura”.
Alla cerimonia sono intervenuti i sindaci della Valle del Belìce e i dirigenti di Poste Italiane che con il Direttore della filiale di Poste Italiane SPA di Trapani Fabio Bayona dichiara: “La filatelia attraverso l’emissione di questo francobollo vuole rappresentare la presenza dello Stato che riconosce, dona memoria ed importanza ad un territorio e a i suoi cittadini, una Valle che è rinata sotto il segno della Bellezza.”
Il Francobollo che ha valore di € 0,95 è stato realizzato dalla bozzettista Tiziana Trinca, del Poligrafico dello Stato, ed è accompagnato da un testo redatto dal critico d’arte e assessore alla cultura del Comune di Gibellina Tanino Bonifacio che, per Poste Italiane, così descrive i contenuti iconografici del francobollo:
“La “Stella di Gibellina” è rappresentata iconograficamente nel francobollo come stele della memoria viva, come quinta scenica che si innalza nell’azzurro del cielo e separa un “prima” e un “dopo” terremoto: prima le case dell’antica Valle costruite con pietra precaria e povera, ma ricca di dignità, pietra come scrigno dei valori umani; poi i segni del dramma, i ruderi intrisi di profumi familiari, testimoni silenziosi di affetti perduti.
La “Stella” del mazarese Pietro Consagra è “porta”, varco per un transito fisico e simbolico nella vita dei territori del Belìce, luoghi disseminati di segni di creatività umana che indicano approdi felici in porti rassicuranti pieni di bellezza naturale e culturale.
A mezzo secolo da quella tragica notte del 14-15 gennaio 1968, che vide aprirsi nel seno della Terra il buio dell’inferno e il demone della paura, la Valle del Belìce oggi è diventata una terra che quotidianamente crea, semina, custodisce il fiore imperituro e vitale della Bellezza umana”.
L’emissione di questo francobollo è inserita nel contesto delle iniziative dedicate al cinquantesimo anniversario del sisma del 1968 ed arricchisce il programma delle attività culturali promosse dal Coordinamento dei sindaci della Valle del Belìce
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