09 giugno 2011

Giuseppe Grassa 1891-1920

 Giuseppe Grassa - Aviatore (ufficiale pilota)
Morto a Bushire nell'Iran 11 aprile 1920, mentre tentava il Raid Roma - Tokio.
Durante la prima guerra mondiale fu istruttore di volo per gli allievi di Roma. Partecipò ad azioni militari sul fronte del Carso dove abbatte due velivoli nemici. Il bronzo, che osservate, è dello scultore Domenico Li Muli ed è stato donato dall'Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere ed Arti e fa parte del monumento agli aviatori mazaresi caduti per la Patria, murato nel 1981.

1925 Scultura in creta realizzata dallo scultore Enzo Santostefano
Giuseppe Grassa

In quel tempo percorrere le vie del cielo era considerato una follia. Giuseppe Grassa entrò nel Novembre del 1913, quale allievo ufficiale, nel Battaglione Aviatori e fu promosso sottotenente nel Maggio del '14. Nel Novembre incominciò il corso di pilotaggio a Mirafiori ed ottenne il brevetto al Campo di San giusto vicino Pisa, nel Maggio del 1915. Si stavano allora provando ed adottando gli aeroplani del tipo Parasol Macchi. L'immane guerra intanto era scoppiata ed il Grassa nel Giugno del 1915 parte per il fronte facendo servizio presso le Batterie di Artiglieria, servizio che svolse con spirito di abnegazione e con tanto entusiasmo sino a Dicembre riuscendo ad avere un encomio solenne per i servizi prestati. Quel tipo di velivolo nel frattempo venne abbandonato dal Regio Esercito e si adottava il Caudon. Rientrato a Mirafiori sul Caudon è detinato a istruttore per gli allievi osservatori a Roma. I sui compagni erano ancora al fronte, pertanto chiede di passare agli aeroplani da caccia, e in soli cinque giorni alla Malpensa riesce a conseguire il brevettosul piccolo Nieuport e viene destinato alla 76° Squadriglia di Santa Maria la Longa.
A causa delle sue gracili condizioni fisiche si ammala e rimane tre mesi in pericolo di vita; viene di conseguenza riformato, contro la sua volontà.La sua passione era tanta, e riuscì a farsi accettare come pilota collaudatore e direttore del campo ai Cantieri Aeronautici Ansaldo a Torino. Giuseppe era uno stilista del volo e abilissimo acrobata; non si sarebbe detto ch, anche se la sua struttura fisica non fosse al meglio, avesse potuto avere tanta resistenza e tanta forza. Lo dimostrò in raids ch'erano realizzati nel dopo guerra, per dimostrare la validità non solo dei velivoli, ma ance, per capacità dei nostri piloti in periodo di pace. Il Grassa compie il primo raid di allenamento Torino -Napoli in un solo volo, successivamente si cimenta in una impresa più audace il raid Torino- Barcellona, compiuto assieme al pilota Mario Stoppani. In Spagna stupisce, con le sue esibizioni audaci, il popolo madrileno. Vola tanto basso sull'arena della "Corrida dei Tori" che lo spettacolo viene interrotto e il pubblico applaude il nostro pilota con una standing ovation. Il meeting aereo in Spagna viene sospeso per danni al motore ed è costretto ad atterrare in piccolo campo in aperta campagna, capottando classicamente e rimanendo incolume.
La "cappottata" in Spagna


... la cartina del percorso da effettuare


Tornato in patria, trovò una situazione poco felice per quanto riguarda la nostra aviazione militare ed allora pensò di arruolarsi in quel corpo d'aviazione civile che aveva contribuito a realizzare a Roma, nel Gennaio del 1920.
il grande Raid Roma -Tokio era stato organizzato. E' superfluo discutere sui ritardi legati alla prova e discutere sulle motivazioni che ne erano alla base. Erano già partiti gli apparecchi Caproni da lungo tempo e questo raid, molto criticato dalla stampa italiana, e ciò contribuì al intensificare il desiderio di affermazione dei nostri piloti. Giuseppe Grassa fece domanda di far parte di quell'audace schiera che doveva realizzare una trasvolata che unisse idealmente la nostra capitale con quella dell'Impero del Sol Levante. Il giorno undici Marzo la squadriglia composta da 5 aerei Ansaldo, decolla, salutata da una folla d'ufficiali dell'aviazione e di amici, da Centocelle

Alla scuola di Centocelle (Roma)

I piloti della squadriglia partita per Tokio (il terzo è il capitano Ugo Gordesco)
I piloti sono tutti affidabili e Grassa ha promesso di tentare di tutto per la riuscita dell'impresa. Infatti è partito con a bordo il comandante, capitano Mario Ugo Gordesco, con un sorriso da bambino sognante. Fede due tappe con gli altri apparecchi. La squadriglia per esigenze tecniche si scisse e il Grassa prende il primo posto nel gruppo, avanzando sempre. Tocca Aleppo ancora in unione all'apparecchio che doveva più tardi essere abbattuto dalle mitragliatrici dei ribelli Curdi. Tocca Bagdad il giorno 7 Aprile, festeggiatissimo dalla popolazione. Per ragioni ancora sconosciute, ma si possono presume non dipendenti nè dall'abilità del pilota, nè da un difetto del velivolo, mentre stava per toccare altre tappe, a 50 km. da Bassora, mentre all'orizzonte si intravedeva l'ampio golfo persiano, trovò la morte.


Su Mazara, durante i funerali, uno stormo di aerei sorvolò la città in senso di omaggio per i valorosi caduti. Il corpo si trova nel cimitero di Mazara nella cappella di famiglia.

A lui è stata intitolata una scuola media cittadina. Pioniere dell'aviazione.

Breve cronistoria: giovedì 11/3/1920, dall’aeroporto di Centocelle decolla una squadriglia di 5 “SVA 9”. Gli equipaggi sono composti da:
- pilota Tenente Giuseppe Grassa, con il Capitano Ugo Gordesco comandante della squadriglia; 
- pilota Capitano Umberto Re, con operatore cinemat. Bixio Alberini; 
- pilota Capitano Ferruccio Ranza, con motorista Brigidi; 
- pilota Tenente Amedeo Mecozzi con il Tenente Bruno Bilisco pilota di riserva; 
- pilota Tenente Ferruccio Marzarie con motorista Giuseppe Damonte. 

La squadriglia deve incontrarsi a Calcutta con gli SVA del Ten. Arturo Ferrarin e Guido Masiero partiti dall’aeroporto di Centocelle sabato 14 febbraio alle ore 11. Il volo presentava rischi e difficoltà d’ogni genere. Per meglio comprendere i problemi che i piloti avrebbero dovuto affrontare si ricordare che: 

- le conoscenze circa la climatologia sono molto limitate; il servizio meteorologico è quasi inesistente; 
- la struttura del velivolo, di legno e tela, è sensibile alle variazioni di temperatura e di umidità; 
- l’abitacolo è aperto, per cui si avverte fastidio per il vento e per il risucchio verso l’esterno; 
- la velocità si regola e si mantiene a senso;
- la radio non è presente a bordo; 


- la navigazione è condotta a vista con il solo ausilio della bussola; 
- il paracadute e l’inalatore per l’ossigeno non esistono; 
- l’elica di legno, per quanto blindata, è soggetta all’usura della grandine e della sabbia; 
- il radiatore non è adeguato per le alte temperature delle zone tropicali; 
- il carrello di atterraggio è fisso, senza carenatura alle ruote. 
- 1920 Aprile 13, nel Golfo Persico, sul campo di Bushir accade il più grave e tragico incidente del 
raid. Dopo un mancato atterraggio, nella riattaccata l’aeroplano precipita distruggendosi. 
Periscono i due piloti il capitano Mario Ugo Gordesco e il tenente Giuseppe Grassa. 

Tenente Giuseppe Grassa - pioniere dell'Areonautica


Capitano Mario Ugo Gordesco (12/12/1884-11/3/1920)


... compagno di sventura di Giuseppe Grassa


Medaglia d'argento al valor militare, Medaglia di bronzo al valore militare, Croce di Cavaliere della Corona d'Italia, Croce del Sol Levante (Giappone) in memoria Pioniere dell'Aeronautica Italiana.
Al termine della Grande Guerra è coinvolto nel 1920 da Gabriele d'Annunzio  nel Raid Roma-Tokio , prima di una lunga serie di iniziative aeronautiche ed esplorative che coinvolgerà militari italiani  fra gli Anni Venti e Trenta. Durante lo scalo previsto in Persia, località Bushehr, muore inseguito ad un incidente occorso in fase di atterraggio. Con lui perde la vita il tenente pilota Giuseppe Grassa. La salma verrà rimpatriata nel luglio 1924 a bordo della Regia Nave "Calabria" e tumulata ad Arco (Arcola) (suo paese natale). L'Aeroporto di Furbara si trova a Furbara, una frazione di Cervetri, ed è uno degli aeroporti militari italiani di maggiore anzianità  essendo stato costruito in occasione della prima guerra mondiale. È intitolato a Mario Ugo Gordesco. Attualmente è la sede del 17° Stormo Incursori dell'Areonautica Militare

Nel 1919 Giuseppe Grassa volò con Mario Stoppani (famoso aviatore da Torino a Barcellona in quattro ore. Fu amico di Gabriele D'Annunzio 
Mario Stoppani, (Lovere 1895-1959) asso della I Guerra mondiale (il più grande collaudatore italiano più di cento velivoli collaudati). Al termine del conflitto venne assunto presso la Società Ansaldo come pilota-collaudatore. In questa veste portò in volo il primo esemplare dello ZA500, famoso in seguito per il volantinaggio su Vienna di Gabriele D'Annunzio. Successivamente è impegnato presso la scuola idrovolanti come istruttore di volo e qualche anno dopo ai "Cantieri Riuniti dell'Adriatico" CRDA di Monfalcone, dove iniziò un'intensa collaborazione con l'ingegnere Filippo Zappata.

 
(1891-1920)

Spagna: durante il battesimo di un aereo

... Volando attorno al piroscafo Principessa Mafalda, nei pressi di Barcellona (Spagna), requisito dalla Regia Marina, ed adibito ad alloggio ufficiali a Taranto, durante la prima guerra mondiale



il piroscafo Principessa Mafalda

1915
Giuseppe Grassa, sul Blèriot, Il Blériot XI era un monoplano monomotore progettato dal francese Ryamond Saulnier; con questo aereo, che rivoluzionò le regole della progettazione aeronautica, il 25 luglio 1909 Louis Blèriot compì la prima traversata aerea della Manica

Giuseppe Grassa


Giuseppe Grassa


Mario Ugo Gordesco



Giuseppe Grassa e Mario Stoppani
Alcune foto sono tratte dall'opuscolo di Pierre La Pipe “Giuseppe Grassa”, Tipografia Vincenzo Bona - Torino (1920)


Il nieuport di Giuseppe Grassa


La caduta all'aeroporto di Centocelle (zona della città di Roma)




... col capitano Mario Ugo Gordesco, suo compagno di volo, caduto assieme a lui

... gli aerei partiti per la missione di Tokio

SVA 9 di Gordesco - Grassa


La gran parte delle foto sono tratte dall'opuscolo di Pierre La Pipe “Giuseppe Grassa”, Tipografia Vincenzo Bona - Torino (1920)

Nel 1971, il Consiglio d'Istituto, ha deliberato di dedicare un busto al nostro eroe cittadino, com'era giusto in una scuola a lui intitolata. Ecco alcune foto di quell'evento



30/01/1971 - Sede provvisoria di via XX Settembre
Discorso ufficiale del preside Franco Melia

Prof. Grassa La Melia, prof Rosa La Grutta, padre Baldassare Graffagnini, prof. Nino Terranova, prof. Lina Arena, prof. Salvatore Di Liberti, notaio Corrado Castelli, avv. Sansone, Prof. Giovanna Casano, preside Franco Buscarino, preside Giovan Battista Asaro, prof. Alagna, Prof. Maria Balsamo

Padre Antonino La Melia commemora la figura di Giuseppe Grassa

Busto del pioniere dell'aviatore Giuseppe Grassa

Mons. Giuseppe Mancuso, si riconoscono Franz Vaccara, Agata Grassa La Melia 

Grande partecipazione all'evento





Forse v'erano rappresentanze di altri Istituti







Uno dei vari presidi che si sono avvicendati nella direzione dell'istituto, il prof.  Antonino Contiliano (insigne poeta), ha dedicato una poesia al nostro illustre concittadino. 

                   
La poesia è stata inserita nella silloge " La contingenza-lo stupore del tempo"





VOYAGER
(a Giuseppe Grassa)

Ciuffo di cielo arabo macchia di vento
la tua ala di nube infinito gioca
col sol Levante

perché qui (!) il tuo viaggio di terra
carlinga di tempo già aveva prenotato
ieri, quando nascesti, un requiem di danza.

Perchè non dire che la fine del volo turbo
non èstato il fine dellatua vita di mare!

Ad oriente magnetico picchiasti fotonico
e carburante di febbre delirio sonico
blues futuri piantasti di orbite argonauta.

Gialli quasar la primavera ora sfiuma
sguardi voyger rampe ubriache di lancio
per galassie d'aurore sogni fiorescenze 
altre declinate d'arcobaleni treccia di canti.

Questa gente qui, oggi, colloquio d'orizzonti
erranza sente ancora il tuo "più alto e più oltre"
sgolato evoè quando nel cono di luce dell'evento
la tua traversata esplose bagliori neroluce
e in sol Levante saxvibravi ri-fa-re mi viandante
dissolvenza elettronica scie farfalle d'onde pulsar.


Mazara del vallo 24/4/1991




Un docente dell'Istituto, il prof. Giacomo Cuttone, nonchè pittore illustre, ha voluto dedicare, anche lui, un'opera al nostro eroe
L'opera pittorica  "Volare Alto"




Curiosità storiche:  IL RAID ROMA TOKIO DEL 1920

Il germe del volo Roma-Tokio nasce nella mente del poeta Gabriele D’Annunzio attraverso la conoscenza, avvenuta nei tormentati anni della guerra mondiale, con lo scrittore giapponese Haru-Kichi-Shimoi, sincero ammiratore dell’Italia. L’impresa deve costituire auspicio di amicizia fra i due popoli e dimostrazione delle straordinarie possibilità del mezzo aereo, agli inizi del suo impetuoso sviluppo.
Al termine del conflitto il progetto prende corpo con la definizione dei velivoli da impegnare e delle inedite esigenze logistiche connesse al lunghissimo e complesso volo. Viene dato corso al dislocamento nelle varie tappe, sovente in località remote carenti o addirittura prive di linee ferroviarie, telegrafo o addirittura strade degli essenziali accantonamenti di materiali.
Risulta utile chiarire che tale non indifferente dispiego di mezzi trova la sua ragion d’essere non nell’interesse del Governo di dare lustro alla nazione con una grande impresa aviatoria, quanto nell’intento d’allontanare D’Annunzio dall’Italia nel timore (tutt’altro che privo di fondamento)della sua azione politica svolta negli agitati anni del dopoguerra che vedono il pendere delle questioni relative a Fiume.
Infatti D’Annunzio, in una lettera del 3 gennaio 1920 inviata al colonnello Berliri, principale organizzatore dell’impresa, dichiara di dover rinunciare al raid. Nonostante il cadere della ragione, si potrebbe dire, occulta dell’evento dato il suo stato d’avanzamento si decide per la sua prosecuzione.

... qualcuno, comunque, riuscì a raggiungere Tokio 
14 febbraio 1920. L'impresa di Arturo Ferrarin e Guido Masiero. Il Raid Roma-Tokyo


Giornale di Sicilia 8/6/2019


La morte poetica di Giuseppe Grassa
Dell’“ale” … mors(po)etica 
Giuseppe Grassa 
Giuseppe Grassa sul suo velivolo

Viaggiare volando, fu il sogno visionario di Icaro e "Conoscere l'uomo colle sua congegnate e grandi ale, facendo forza contro alla resistente aria e vincendo, poterla soggiogare e levarsi sopra di lei" (Leonardo Da Vinci, Studi sul volo).
Viaggiare volando, fu poi “il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta” (Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto del Futurismo ,1909).
Viaggiare volando, Ciuffo di cielo arabo macchia di vento /la tua ala di nube infinito gioca / col sol Levante[1]fu poi Giuseppe Grassa, l’aviatore “di mare” – un solo volo le vie del cielo Torino-Napoli e, poi, Torino-Barcellona, nel ’19 del Novecento, con un Ansaldo S.V.A.9 della Regia Aeronautica, in legno e tela privo di cabina chiusa – per partecipare all’inaugurazione dell’Esposizione Mondiale dell'Aeronautica.
perché qui (!) il tuo viaggio di terra 
carlinga di tempo già aveva prenotato 
eri, quando nascesti, un requiem di danza.[2]

Viaggiare volando, fu poi l’anno 1920 e il suo motore, “sempre ubriaco di benzina… che ha squarciato i Silenzi dell’Infinito” (Arturo Ferrarin, Il mio volo Roma-Tokio, 1920), partito da Centocelle di Roma, precipitò a Bushehr, nel Golfo Persico.
Viaggiare volando, fu “Baroni rossi” senza vittoria e morte poetica (Giuseppe Grassa e Mario Ugo Gordesco), e sarà cento nel 2020.

Perché non dire che la fine del volo turbo 

non è stato il fine della tua vita di mare![3]

Viaggiare volando, velivoli S.V.A.9, fu l’aviatore Arturo Ferrarin con il tenente Guido Masiero e il raid terminarono “coll’urlo rauco dei suoi 250 HP” (Arturo Ferrarin, cit.), atterrando ad Osaka.
Viaggiare volando, fu cavalieri senza meteorologia, senza radio e senza paracadute, navigarono a vista “e carburante di febbre delirio sonico / […] / Gialli quasar la primavera ora sfiuma / sguardi voyager rampe ubriache di lancio / per galassie d'aurore sogni fiorescenze /altre declinate d'arcobaleni treccia di canti.[4]
Viaggiare volando Roma-Tokio, fu raid esplorativo e mente Gabriele D'Annunzio – il “Vate” – con il giapponese Harukichi Shimoi, il "Samurai di Fiume".
Viaggiare volando Roma-Tokio, fu “Questa gente qui, oggi, colloquio d'orizzonti / erranza sente ancora il tuo "più alto e più oltre" / sgolato evoè quando nel cono di luce dell'evento / la tua traversata esplose bagliori neroluce / e in sol Levante sax vibravi ri-fa-re mi viandante [5].

VIAGGIARE VOLANDO / “LA POESIA FA MALE / MA PER NOSTRA FORTUNA / NESSUNO CI VORRÀ CREDERE MAI” (Nanni Balestrini). 


Viaggiare volando, la poesia fu/è/sarà [6]e può anche uccidere, ma il morto non se accorge! Ecco la bellezza di Icaro e del Voyager, “grandi ale”!


Giacomo Cuttone 



[1] Antonino Contiliano, VOYAGER (poesia del 1991, dedicata a Giuseppe Grassa) in La contingenza-Lo stupore del tempo, Laboratorio delle arti, MI.
[2] Ibidem.
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem.

[6] Giacomo Balla, “Espansione dinamica + velocità” (1913)



2020

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