14 giugno 2008

Rosa Ferreri

Le unitime visioni di rosa Ferreri
Molti la ricordano come insegnante, altri come la moglie dell’artista Enzo Santostefano, pochi, invece, la ricordano come artista, eppure, Rosa Ferreri (Mazara del Vallo, 1914-1998), presenta un curriculum artistico più che dignitoso: nel 1952 partecipa al “Premio Zavattini” e al “Premio Michetti”; successivamente espone al “Premio Suzzara”, al “Premio Marzotto” e alla “Quadriennale” di Roma; negli anni Cinquanta e Sessanta, realizza diverse personali nella sua Città; nel 1977 realizza a Mazara una prima antologica e nel 1985 si tengono altre due antologiche, la prima presso “Linee d’Arte Giada” di Palermo e la seconda presso il “Centro di Cultura Polivalente” di Mazara. 
Alcune sue opere si possono ammirare presso l’ex Collegio dei Gesuiti, nelle salette attigue alla Sala La Bruna. 
1941 
Margherita Giammarinaro (erano sette sorelle) e la figlia Rosa Ferreri

1951 - Cernobio (Como)


I soggetti delle opere della Ferreri sono fragili monache e piccole educande colte in atteggiamenti della vita quotidiana, dove la semplicità delle monachelle, si alterna alla vitalità delle adolescenti. Queste sono opere che ci rimandano a quelle giovanili di Pippo Rizzo – dove la spiritualità affonda le radici nella consuetudine dell'esistenza quotidiana – ma, anche, a quelle di Michele Dixit (artisti che ha frequentato con il marito Enzo) per l’uso di colori temperati , a stesure rapide ed essenziali e perché, negli interni, si coglie un’atmosfera delicata ed intima. Il linguaggio, infatti, è volutamente semplice ed essenziale, sia nella risoluzione dello spazio – dove aleggia un senso di intimità e di lontananza che, spesso, si trasforma in luogo di riflessione – che nel modo di rappresentare le figure. 

Nell'ultimo periodo della sua produzione Rosa Ferreri volge il suo interesse al ritratto, per lo più femminile, inizia, così , un nuovo ciclo pittorico intitolato "Ritratto in ambita dimora" (ispirandosi all’opera del pittore fiammingo Rogier van der Weyde), dove la Nostra punta più a trasmettere l'elevatezza morale del soggetto raffigurato , che la mera somiglianza. 
 
Per chiudere questa breve nota non possiamo che affermare che, a Mazara del Vallo, Rosa Ferreri – così come gli artisti Tommaso Maria Sciacca, Pietro Consagra, Giuseppe Boscarino e Enzo Santostefano – è stata condannata a “cent’anni di solitudine”. 
Sciacca, Consagra, Boscarino, Santostefano e Ferreri, saranno figli perduti nel labirinto della storia della Città, condannati all’oblio e, forse, non “avranno una seconda occasione sulla terra” (Gabriel García Márquez). 
Mazara, come la città immaginaria di Macondo, vedrà i suoi cittadini migliori affondare “irrevocabilmente nelle sabbie mobili della dimenticanza”. 

Giacomo Cuttone


Altre opere
Il ritratto del marito Enzo Santostefano





1986

In ambita dimora

1951 - Gita a Bologna

Rosa Ferreri, Enza Chiaro, padre Pietro Foraci. Maria Foraci Carmicio, Vita Morsellino, Carmela Carmicio

Galleria Santostefano - Mostra personale

Gianni Di Stefano (preside Liceo classico), Rosa Ferreri, Pino Pernice (sindaco), Rolando Certa (assessore alla cultura)





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