il più caro dei miei amici, scomparso prematuramente all'età di 40 anni (1955-1996)
Architetto stimato ed apprezzato, politico serio e di rara onestà. Innamorato entusiasta di sua moglie Vanda e dei suoi due figli (Rosario e Federica) ai quali ha lasciato un incommensurabile patrimonio di dignità civile e morale di cui essere fieri. Era amato ed osannato dai giovani di cui gradiva circondarsi e per i quali era un continuo punto di riferimento umano, politico e professionale. A scanso di fuorvianti equivoci, Vito era un comune mortale, con tutti i difetti grossi e piccoli che gli uomini hanno, però possedeva delle doti non comuni, universalmente riconosciute, che lo elevavano e lo rendevano speciale: una innata tolleranza che lo portava ad essere, quasi sempre, indulgente e disponibile verso il prossimo, e da ciò derivava la sua umanitas, ovvero, una concezione etica basata sull'ideale di un'umanità positiva, fiduciosa, sensibile ed attenta ai valori interpersonali e ai sentimenti, senza confini.
Per i suoi innumerevoli meriti la Curia mazarese, su proposta dell'Associazione Amici del Museo Diocesano di Mazara del Vallo, da me presieduta, ha intestato, con unanime consenso, a lui, il museo che, con altri amici, aveva gestito e di cui aveva curato professionalmente, anche, il restauro dei locali e la realizzazione espositiva. La sua incrollabile Fede non l'abbandonò mai durante la sua breve vita, nemmeno in quei strazianti ultimi giorni della sua esistenza, quando, un male terribile e impietoso, lo strappò inesorabilmente a tutti noi. Sopportò tutto con sovrumana rassegnazione e mantenne sino alla fine una esemplare dignità.
Ha lasciato un vuoto incolmabile nel mio cuore e in quello di tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. Non dimenticherò mai la sua dura-dolcezza che riusciva a smontare, sempre e comunque, la mia innata impulsività e la mia, a volte, eccessiva "determinazione". Con lui ho vissuto i migliori momenti della mia vita di relazione, sereni e limpidi, talvolta esaltanti, mai banali, rimasti scolpiti nella mia memoria, sensazioni che solo un'amicizia vera, disinteressata e vissuta intensamente, può concedere. Unico e profondo rammarico, la brevità di questo rapporto, concesso, da un destino impietoso. E' stato e rimarrà un esempio per tutti.
Per i suoi innumerevoli meriti la Curia mazarese, su proposta dell'Associazione Amici del Museo Diocesano di Mazara del Vallo, da me presieduta, ha intestato, con unanime consenso, a lui, il museo che, con altri amici, aveva gestito e di cui aveva curato professionalmente, anche, il restauro dei locali e la realizzazione espositiva. La sua incrollabile Fede non l'abbandonò mai durante la sua breve vita, nemmeno in quei strazianti ultimi giorni della sua esistenza, quando, un male terribile e impietoso, lo strappò inesorabilmente a tutti noi. Sopportò tutto con sovrumana rassegnazione e mantenne sino alla fine una esemplare dignità.
Ha lasciato un vuoto incolmabile nel mio cuore e in quello di tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. Non dimenticherò mai la sua dura-dolcezza che riusciva a smontare, sempre e comunque, la mia innata impulsività e la mia, a volte, eccessiva "determinazione". Con lui ho vissuto i migliori momenti della mia vita di relazione, sereni e limpidi, talvolta esaltanti, mai banali, rimasti scolpiti nella mia memoria, sensazioni che solo un'amicizia vera, disinteressata e vissuta intensamente, può concedere. Unico e profondo rammarico, la brevità di questo rapporto, concesso, da un destino impietoso. E' stato e rimarrà un esempio per tutti.
Foto ricordo della cerimonia d'Intitolazione del Museo
15 Giugno 1996, giorno dedicato al nostro patrono. Prima di recarci al vicino Museo per la cerimonia, mons. Emanuele Catarinicchia, vescovo pro tempore, ha voluto deporre una corona di fiori presso la statua di San Vito. La foto riprende autorità civili, religiose e militari presenti.
... in via dell'Orologio dov'è ubicata una delle entrate laterali
Don Salvatore Cipri, il prof. Giovanni D'Alfio, sindaco pro tempore, mons. Emanuele Catarinicchia, e il sottoscritto nella qualità di presidente dell'emerita associazione "Amici del Museo Diocesano"
Vanda Ciotta Ballatore, il dr M. Cajazzo, il sottoscritto, alle mie spalle Michele Norrito, Vito Anteri, il vigile cerimoniere Giovanni Modica, l'arch. Vicio De Pasquale, il alto il dr Vito Ballatore, cugino di Vito)
Desidero inserire, anche, la mia nomina a Direttore del Museo Diocesano, in quanto rappresenta una fonte documentale (non certo per altri motivi) di valenza storica
L'intitolazione avvenne, per decreto vescovile, il 2 aprile 1996. L'Associazione "Amici del Museo diocesano" dopo quattro anni di attività si sciolse. Da allora le cose per il Museo non sono più andate bene, non voglio per il rispetto dovuto all'argomento trattato innescare polemiche, però concedetemi, almeno, d'affermare che Mazara del Vallo è una città davvero sfortunata!
P.S.
Pur essendo molti ed interessati i visitatori (al di là d'ogni più rosea previsione), pochissimi rilasciano commenti. Nella speranza di stimolarvi in questa direzione, sulla scia dello spirito che mi ha animato in questa esternazione, e nel tentativo di farvi concorrere ad arricchire il bagaglio di notizie su di loro, pubblicherò, due lettere, una inviatami da sua ecc. za mons. Emanuele Catarinicchia alla mia richiesta d'intitolazione del Museo e l'altra di un occasionale visitatore del Museo.
Ill.mo sig. Presidente,
la immatura scomparsa dell'amico arch. Vito Ballatore, mentre ci ha profondamente addolorato, ha lasciato l'esempio luminoso di una vita trascorsa alla insegna dei più alti principi e valori umani e cristiani. La sua provata correttezza morale e la sua alta preparazione professionale posta a servizio della comunità ne costituiscono un esempio da ricordare e un modello da imitare.
Plaudo pertanto all'idea d'intitolare alla memoria dell'arch. Vito Ballatore il Museo Diocesano per la cui realizzazione il caro estinto ha profuso le sue nobili qualità di mente e di cuore.
Allo scopo mi premurerò di emettere relativo decreto. [omissis]
Mons. Emanuele Catarinicchia - Vescovo (26 marzo 1996)
Un'altra lettera mi fu inviata il 2 aprile, nella quale si decreta l'intitolazione.
Gravedonia 26 novembre 1996
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Genti.mo Presidente, anche s'è passato molto tempo da quanto conobbi l'arch. Vito Ballatore non avrei mai immaginato sentirmi dire a telefono che è deceduto. Non può immaginare l'imbarazzo che ho provato e l'amarezza per aver perduto l'amico che in terra di Sicilia mi accolse con tanta ospitalità accompagnandomi a visitare, con i miei colleghi ed alunni, la Sua città e il Museo Diocesano.Tra le tante particolarità custodisco nella mia memoria, durante la visita al Museo è la visione di quel secchiello lustrale di cui l'Architetto andava orgoglioso per l'unicità del pezzo, diceva lui, davanti al quale però promisi che, appena completato il lavoro di ricerca “L'emigrazione in Alto Lario e lo studio di oggetti sacri e paramenti liturgici” avrei inviato il “fratello”. Oggi nel ricordo dello stimato collega invio a Lei la scheda di tale promessa. [omissis]. Caro presidente come lei saprà forti sono i legami che l'Alto Lario, dove da trent'anni lavoro, e l'isola del Giglio, dove sono nato, hanno con la Sicilia. E se per i comaschi è storia di migrati per i gigliesi è storia di commerci marittimi di uva “ansonaca” e pesca di corallo. Questi sono argomenti ai quali Vito Ballatore era molto interessato e sono sicuro costituiranno per noi ulteriore legame e motivo di scambi culturali. E' proprio il caso di dire che sono bastati due secchielli d'acqua santa, oggetti nei quali si materializza la nostra cultura cristiana a far ritrovare le nostre storie ed unire alla radice persone dello stesso paese. Nel ricordo dell'arch. Ballatore ringrazio d'avermi letto e saluto cordialmente.
prof. Giovanni Monti
31/01/2015
In questo giorno l'on. Sergio Mattarella, grande amico di Vito Ballatore, viene eletto Presidente della Repubblica Italiana. Onorato di averlo conosciuto e orgoglioso di averlo come Presidente, voglio lasciare una traccia di questo evento
Sono riuscito a trovare alcune foto di Vito. Riguardano la sua infanzia, per me sono particolarmente care e ne voglio fare omaggio anche a voi miei affezionati visitatori.
Una festa di complenno in famiglia
Franco Casuccio, Giacomo D'Annibale, Vito Ballatore, Antonino D'Annibale, Gaspare Casuccio
Vito Ballatore, Gaspare Casuccio, Mariuccia Ballatore
Gaspare Casuccio, Salvatore Licari, Salvatore Casuccio, Vito Ballatore, Peppe Pecoraro
Complimenti per la pazienza e la ricchezza di notizie
RispondiEliminaIgnazio Bascone
Bel lavoro, sei riuscito a risvegliare ricordi ormai sopiti e darmi forti emozioni.Grazie
RispondiEliminaUn abbraccio a te ed Angela
enzo
Carissimo Dr. Catalano,
RispondiEliminavorrei ringraziarLa, anche a nome della mia famiglia, per aver ricordato con parole così umane e cariche di visibile affetto quella brava persona che era mio zio Vito.
Grazie.
Ciccio Anteri Ballatore
Carissimo Pino
RispondiEliminaogni volta che leggo e rileggo quello che scrivi di mio zio rimango stupefatta dalla sua grandiosità. Pur avendo avuto la fortuna di viverlo per 16 lunghi anni, devo ammettere, malgrado vorrei che fosse il contrario, che molte moltissime cose non le ricordo. Il tempo ha offuscato molto i miei ricordi e le linee nette e precise di determinati momenti, col tempo, si sono sfaldate quasi del tutto. Oggi ho delle sensazioni legate al mio carissimo zio...e sono quelle sensazioni che continuano a farlo vivere nella mia mente e nella mia vita. Si, nella mia vita, perchè davanti ad ogni decisione, ad ogni momento difficile o felice, ho pensato a lui e a lui, nella mia mente, ho raccontato e chiesto aiuto...e credo che in qualche modo, in questi anni, lui mi abbia aiutato molto.
Per cui, se me lo concedi, gli mando un saluto e un grande abbraccio da questo blog che sono sicuro che lui apprezzi tantissimo.
Malgrado, a volte, si tenda a non parlare molto della persone che ci hanno lasciato, credo che nessuno di noi l'abbia mai dimenticato un solo giorno.
Grazie per avermi aiutato a ricordare. Ti voglio bene Vito...