Anni Trenta
14/5/1884
1930 - Antonino Asaro
Capo Cannoniere di I Classe della Regia Marina, il grado apicale per i sottufficiali della Regia Marina, con soprabito per gran divisa invernale e sciabola. Le medaglie sono: (da sinistra) anzianità di servizio, Guerra Italo-Turca 1911/1913, commemorativa 1915/1918 con 4 anni di servizio in guerra, seconda riga: unità d'Italia 1848-1918, interalleata della vittoria. Sposò Maria Pinta il 1 Giugno 1913.
1930 - Tipica foto d'epoca, acquerellata a mano
Nicolò Asaro (1910 - 1987)
1930
Leonardo Ingrande (1912-1992) (poi emigrato a San Deigo di California)
1931 - Taranto
Francesco Sardo (al centro)
1931
Andrea Incandela
1935
1935 - Regia Marina - Giacomo Giacalone (il terzo in alto da destra)
1935 Tobruk (Libia) - Cacciatorpediniere italiano "San Martino"
Matteo Giaramitelli (1913-1981)
Francesco Pugliese
E' stato a lungo imbarcato sul Cacciatorpediniere Folgore come cannoniere e puntatore scelto.
Si arruolò volontario in Marina nel ’39 a soli 16 anni. Dopo l’armistizio dell’8 Settembre del ‘43 aveva appena compiuto 20 anni e si lasciava alle spalle una guerra mondiale.
24/10/1942 (all'età di 24 anni)
Vincenzo Pellegrino del 1918, imbarcato sulla nave Duilio
1937 - Regia Marina
Francesco Provenzano (nato nel 1919)
1937 - Regia Marina
Antonino Buscemi
1939 - Regia Marina
Enzo Manciaracina (mio suocero)
23/5/19 - 18/3/2016
23/5/19 - 18/3/2016
Alfonso Gancitano (Nasicchiu)
13/08/1942
Antonino Anselmo (1920)
1944
Salvatore Provenzano (emigrato con la famiglia a San Diego - California)
1944
Salvatore Provenzano (emigrato con la famiglia a San Diego - California)
Gaspare Buscaino (sposato con Antonia Zummo)
1943 Regia nave "Aliseo"
Al comando di Carlo Fecia di Cossato (già asso dei sommergibili atlantici)
Il sig. Asaro fu mio vicino di casa da sempre (in via San Pietro). Fu una persona molto per bene, marinaio sino all'osso. L'ho stimato (assieme alla dolcissima moglie Maria, colonna portante della famiglia) e sono diventato amico dei parecchi figli.
Egli fu timoniere di manovra del mitico comandante Fecia di Cossato e si distinse per le sue qualità di marinario e di nocchiero.
Qui assieme ad altri marinai dell'equipaggio
di Carlo Di Nitto. Il regio avviso scorta (torpediniera) “Aliseo ”, classe “Orsa” 2^ serie, dislocava 1700 tonnellate. Fu varato il 20 settembre 1942 presso i Cantieri Navalmeccanica di Castellammare di Stabia ed entrò in servizio nella Regia Marina il 28 febbraio 1943. Iniziò l’addestramento nel Golfo di Napoli, poi si trasferì a La Spezia per completare il collaudo delle sistemazioni belliche. Il 17 aprile 1943 ne assunse il comando il Capitano di Fregata Carlo Fecia di Cossato, già asso dei sommergibilisti atlantici. Effettuò alcune missioni di scorta nel Tirreno durante le quali, se si eccettua qualche breve contatto con aerei avversari, non si verificarono avvenimenti di particolare importanza. Alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre 1943, si trovava con il gemello “Ardito” in porto a Bastia (Corsica). Essendosi verificati episodi di aggressione ad altre navi italiane da parte dei tedeschi, la mattina del 9, il Comandante di Cossato condusse la sua unità fuori dal porto e qui, vedendo l’ ”Ardito” pesantemente danneggiato e in gravi difficoltà, invertì la rotta e senza esitazione attaccò un’intera flottiglia di battelli germanici (due caccia sommergibili, cinque motozattere, una motobarca della Luftwaffe e due piroscafi armati che erano stati catturati agli italiani). Sia pur centrato nella sala macchine, riuscì ad affondare i due caccia sommergibili, tre motozattere costringendo le altre due ad incagliarsi, la motobarca e mettendo fuori uso i due piroscafi armati. Dopo il combattimento, raccolti 25 naufraghi tedeschi, partì per Portoferraio insieme al mal ridotto “Ardito” dove sbarcò i naufraghi. Successivamente, con altre unità, diresse prima a Palermo e poi a Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali. Anche l’azione di Bastia, fu tra le motivazioni che portarono al conferimento della Medaglia d’Oro al Comandante di Cossato. La nave, rientrata a Taranto, durante la cobelligeranza effettuò altre missioni di scorta restando al comando di Carlo Fecia di Cossato fino a giugno 1944, quando questi fu posto agli arresti per il suo rifiuto di prestare giuramento al nuovo governo Bonomi che non aveva giurato, a sua volta, fedeltà al Re. A bordo dell’ ”Aliseo” scoppiarono dei tumulti in seguito ai quali il Comandante fu liberato e messo in congedo. A causa di ciò, Carlo Fecia di Cossato si suicidò per denunciare la grave crisi dei valori nei quali aveva sempre creduto. Al termine del conflitto, l’ “Aliseo”, dopo essere stato impiegato per trasporto materiali e personale, dal 1947 rimase fermo a Castellammare di Stabia, dove effettuò un lungo periodo di lavori dovendo essere consegnato alla Jugoslavia in conto riparazioni danni di guerra. Fu radiato il 23 aprile 1949 e consegnato con la sigla “Y” alla Marina jugoslava il 3 maggio successivo nel porto di Spalato. Ribattezzato “Biokovo”, rimase in servizio attivo fino al 6 aprile 1965, quando fu radiato definitivamente ed avviato, nel 1971, alla demolizione. Nella foto l’ “Aliseo”, pitturato con la colorazione delle marine alleate (scafo grigio scuro e sovrastrutture grigio chiaro), è ripreso unitamente alle corvette C11 “Gabbiano” (a dx) e C13 “Cormorano”, verosimilmente nell’ultimo periodo della cobelligeranza. Carlo Fecia di Cossato di Orazio Ferrara il samurai azzurro, ovvero l’asso dei sommergibilisti italiani. Il conte Carlo Fecia di Cossato (Roma 5.9. 1908 – Napoli 27.8.1944), l’asso dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale, è una di quelle purissime figure della nostra sfortunata guerra a mare nell’ultimo conflitto
il samurai azzurro, ovvero l’asso dei sommergibilisti italiani.
Salvatore Cristaldi
14/02/1940
Giovanni Lino Guida
31/05/1940
Filippo Asaro, sottufficiale Regia Marina (in seguito divenne senatore della Repubblica)
1940
Antonino Fiorentino (imbarcato su Dragamine di stanza a Palermo)
Sestri Levante
Leonardo Pina e due commilitoni
Nunzio De Santi (Nunzio diana)
1941 - Eroi della II guerra mondiale - Regia Marina
Pietro Giacalone (Miccu) con l'equipaggio della nave Aviere (affondata in quell'anno)
Al timone della nave Amerigo Vespucci
Giovan Battista Quinci (quagghiareddra), morto nel 1944
Colò a picco, assieme al fratello diciottenne Vito e all'intero equipaggio del motopesca Maria Laura , dopo aver urtato contro una mina nel Mediterraneo
1943
Ignazio Oretano - Vito Vaiasuso
1947
Mario Salvatore Rizzo
14/1271948
Giacomo Calandrino
Anni Cinquanta
Domenico Giacalone (schilluzza)
Enzo Di Liberti
Accademia Navale
Giacomo Calandrino
1950
Angelo Campanella
Angelo Campanella
15/11/1951 - Brindisi
Michele Pipitone
Fratelli
Pino e Nicola Giacalone
1953
Vito Foderà
Nicola Giacalone
1957 - Vaccinazioni di rito
3 commenti:
Un lavoro certosino di ricerca, comparazione di dati, analisi del passato della nostra città quello di Pino Catalano che merita di essere elogiato senza riserve. Mostrare le immagini dell'antica Mazara ci trasporta in un tempo remoto e ci permette di catapultarci in un passato che non può non suscitare in noi forti emozioni. Farci rivivere i momenti allegri trascorsi in feste private e non (con relative didascalie) ci permette di sorridere rimembrando quei momenti di spensierata allegria. Dare corpo, spessore, fibra a uomini ormai scomparsi ci riempie di “consistenza”, e diventa un canale che può impegnare la nostra multiforme intelligenza a trovare adeguato dispiegamento oltre lo spazio troppo esiguo delle nostre quotidiane faccende.
Grazie Pino!!
...e questa è stima, Pino!
Mazara ti dovrebbe ringraziare ! Continua!...
Ciao Pino, ciò che ha scritto del tuo lavoro la prof.ssa Carolina D'Annibale è la sacrosanta verità: "Un lavoro certosino di ricerca, comparazione...analisi..." !!! Io sono convinto che "DOBBIAMO TENERCI" ! Non immagini quanto mi dispiaccia quando trovo commenti di "storici" che hanno copiato con il copia-incolla s...critti di mio padre ! Una delle più interessanti foto che hai pubblicato su Bypass , tra l'altro in due sezioni, è quella dei primi quattro studenti e degli insegnanti del liceo G.G. Adria dell'anno 1927. Ti farò la storia di quella foto e delle varie fasi del restauro. Quindi chi usa una foto dell'archivio di Bypass, deve rendersi conto del lavoro che c'è dietro e pertanto ha il dovere di citarne la fonte !!!
Ti abbraccio, Ben
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