Documentazione fotografica, realizzata nel 1977, che illustra per sommi capi, le condizioni della chiesa prima dell'ultimo restauro
La CHIESA di San Francesco così come appare oggi, ad unica navata con quattro cappelle per lato, sorge su una chiesa preesistente dedicata a San Biagio, fatta costruire, dopo la conquista normanna, dal conte Ruggero d'Altavilla nella seconda metà del sec. XI. Nella primitiva veste gotico normanna la chiesa era a tre navate con dodici altari oltre a quello principale. Nel 1680, mons. Francesco Maria Graffeo, reggente dei Minori conventuali e poi vescovo di Mazara (1685/95), decide di trasformare la chiesa in stile barocco, secondo il gusto dell'epoca, per come aveva fatto con la Cattedrale. Le due navate laterali vengono abbattute e la navate centrale viene alzata e coperta a volta. Nel 1703 viene riaperta al culto. In seguito alle scosse telluriche del 1968, la chiesa e l'adiacente convento subiscono notevoli danneggiamenti e poco dopo viene chiusa al culto.
CONVENTO: Il Beato Angelico da Rieti, che fu uno dei primi compagni del poverello d'Assisi, chiamato in Sicilia dal Re Ruggero, mentre era ancora vivente San Francesco, fondò a Mazara, nel 1216, un Convento francescano, contiguo alla chiesa, già dedicata a San Biagio. In seguito alla chiusura del convento, i locali divenuti proprietà della Provincia regionale di Trapani, furono adibiti a Caserma dei Carabinieri, ed oggi dopo un restauro strutturale attendono un ulteriore completamento dei lavori ed una degna destinazione d'uso e da anni sono vergognosamente inutilizzati.
Anni 70 - Un gruppo di bambini del quartiere, aspetta la riapertura della Chiesa
Sull'orlo dell'ultimo gradino è incisa una scrittura:
M. Leonardus Incorvaia Sculpsit. Anno Domini MDCCXXX
Le immagini che seguono sono deli anni '70, prima dell'ultimo osceno restauro (il servizio fotografico fu curato da Pino La Bianca (peri di chiummu)
Le foto sono state commissionate dal sac. Baldassare Graffagnino, parroco pro tempore, al fotografo Varvaro di Castelvetrano e al fotografo La Bianca di Mazara. Prospetto della chiesa che si affaccia nell'omonima piazzetta di San Francesco
A sinistra si intravede l'ingresso dell'ex Convento e l'insegna della Caserma dell'Arma dei Carabinieri, sul balcone sventola la bandiera italiana
Durante i lavori per il livellamento del piano stradale di via mons. La Cava, nel 1960, sono state rinvenute le fondamenta delle strutture della navata centrale. I pilastri dell'antica chiesa erano fatti con conci di pietra di Trapani, molto dura, mentre i successivi riempimenti furono realizzati con conci di pietra di Mazara, molto tenera, che hanno determinato a causa del loro schiacciamento il cedimento e le tante lesioni della parete laterale.
Il prospetto laterale sulla via mons. La Cava è quello che consente più degli altri una lettura di quegli elementi che facevano probabilmente parte della vecchia chiesa di San Biagio. L'intonaco che si nota è quello della primitiva chiesa, venne alla luce nel 1955, per cedimento della copertura della parete in seguito ad una tempesta di pioggia e vento.
... particolari
Dalla via Vittorio Veneto si vede solo la parte alta del Campanile sopravvissuto, l'altro, (erano infatti due i campanili) è andato distrutto e sui resti è stata edificata una casa.
Il Campanile era in condizioni precarie
Interno del Campanile
L'altare centrale, sul quale una volta troneggiava un grande Crocifisso, e nella parte superiore il Padre eterno pendente dalla volta dell'abside, oggi è dedicato all'Immacolata, gloria dell'Ordine francescano. (Si nota don G.B. Mangogna)
Stucchi realizzati probabilmente da Milante Trapanese (che eseguì pure stucchi nella cattedrale)
Gli stucchi della parte superiore della chiesa, di ispirazione michelangiolesca, originali dell'epoca sono di pregevole fattura. Invece le decorazioni delle parti inferiori sono orribili e stridono con quelle superiori in quanto a seguito alla loro usura furono restaurate da manovalanza locale impreparata (e danneggiate ulteriormente dall'ultimo pseudo restauro)
Nelle imposte erano dipinti episodi della vita del santo andati perduti per l'incuria e per infiltrazione delle acque piovane dal tetto
Nella quarta cappella di sinistra gruppo in legno raffigurante San Francesco sostenuto da due Angeli, mentre riceve le stimmate sul monte Verna
Cappella con Crocifisso, con Calvario (di cartapesta)
Queste le condizioni di molte delle tele esposte
Particolare delle parti basse
Sulla porta maggiore, un organo con cantoria di legno. Si notano dipinti a tempera sul legno con immagini della madonna. Nel Balcone centrale è dipinto San Francesco che riceve le stimmate. La balconata è sostenuta da due cariatidi alate
Sarcofago di marmo del Cavaliere Cesare Bandini realizzato nel 1541 (lo fece realizzare mentre era ancora vivente), sostenuto da due leoncini con teste alzate. Il coperchio è stato trafugato e non è stato mai più ritrovato
Una riunione di pie donne della Congregazione alla presenza del vescovo
Mons. Giuseppe Mancuso, don Gaetano Aiello
don Benedetto Vivona, don Gaetano Aiello