01 luglio 2009

Basilica Cattedrale

Molti mazaresi sconoscono il significato e la paternità dell'altorilievo che troneggia sulla facciata principale della Basilica. Pertanto farò qualche accenno sull'argomento.
 
Il cavaliere e capitano Giovanni I Grifeo (figlio di Auripione e di Geltrude figlia di Dragone fratello del Conte Ruggiero) si fece onore nelle fila dell'Armata normanna condotta in Sicilia dal Gran Conte Ruggero. Era il 1072 e bisognava liberare tutta l'Isola dal dominio musulmano (dal 1061 era già normanna la parte orientale). Alle tante prove di suo valore e di sua fedeltà riuscì a proteggere e salvare il suo capitano in uno scontro diretto con il capo saraceno Mogat. Da qui il premio della Baronia di Partanna ricevuta dalle mani dello stesso Ruggero. Questo l'inizio della storia siciliana dei Grifeo rappresentato nell'affresco della Sala del Trono al Castello di Partanna. La stessa scena si ripete sul frontale della Cattedrale di Mazara grazie a un gruppo scultoreo del '500.La scena è ben evidente e splendidamente realizzata, come appare nella serie di foto.
L'opera scultorea è citata dal Mugnos (lib. III) quando racconta le origini siciliane Grifeo: "... L’effigie del nipote Giovanni Grifeo e dello zio conte Ruggiero unitamente si veggono scolpite in rilievo di marmo sovra la porta maggiore della Chiesa Cattedrale di Mazzarra (Mazara), ambedue a cavallo, il Conte con un saraceno sotto i piedi, e Giovanni Grifeo collo scudo imbracciato, coll’insegna dell’arme della sua famiglia" (vedi terza foto).

 
La cattedrale ha una storia lunga circa mille anni. Sorse in epoca normanna, al posto di una precedente moschea. A volerla nel 1093 fu proprio Ruggero I, per la creazione della diocesi di Mazara (primo vescovo fu Stefano Ferro di Rouen -1093/1142 - parente del Gran Conte). L'edificio religioso fu anche la concretizzazione di un voto. Questo fu espresso nel 1072 per favorire la vittoria in uno scontro decisivo contro l'armata saracena: sconfitti i musulmani, fu presa la stessa Mazara del Vallo ed espugnata Palermo. Bisognava onorare la promessa. L'altorilievo, raffigura appunto il Gran Conte trionfante ("Amuruso di Cristu e di la Fidi") e Giovanni I Grifeo che ne protegge le spalle e guida il resto della truppa. L'opera risale al 1584.



Giovanni I Grifeo qui ritratto mentre imbraccia lo scudo nell'affresco della Sala del Trono al Castello Grifeo di Partanna

Abside e Trasfigurazione - Opera di Antonio Gagini
Vecchia immagine dell'altare prima delle attuali modifiche. Si nota la immagine dell'Onnipotente, co braccio che sporge indicando l'altare 

1948 - Lavori di restauro in Cattedrale
Mons. Giovan Battista Criscuoli nel cortiletto posteriore, con operai e curiosi (Peppino Caradonna, Vito O?, Salvino Quinci, Alfredo Norrito, Gaspare Sammartano)

I Sarcofaghi
Raffigurante la Caccia di Meleagro 
Artemide per vendicarsi del fatto che la città di Calidone, antica città della Grecia, era rimasta neutrale nella guerra del Peloponneso, inviò un feroce cinghiale nelle campagne della città che procurò molti danni. Meleagro allora cacciò ed uccise l'animale col giavellotto e poi gli trapassò il cuore con la spada

Il Ratto di Proserpina
Il soggetto è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio e legato al tema del ciclo delle stagioni. Proserpina figlia di Giove e Cerere, dea della fertilità fu notata da Plutone, re degl’inferi, che invaghito la rapì mentre ella raccoglieva fiori, secondo il mito, al lago di Pergusa presso Enna. Cerere per il dolore abbandona i campi, causando la carestia, mentre Giove interviene trovando un accordo con la mediazione di Mercurio; Proserpina avrebbe trascorso nove mesi con la madre favorendo l’abbondanza dei raccolti, per i restanti mesi dell’anno, quelli invernali, sarebbe rimasta con Plutone all’inferno.
Amazomachia
Tema iconografico dell'arte greca e da qui passata anche all'arte etrusca, consistente nella rappresentazione della lotta tra Greci e Amazzoni.

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