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18 marzo 2011

Terremoto del Belìce

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, un violento terremoto del grado 6,4 della scala Ricther, colpì le nostre zone con epicentro nella Valle del Belìce. Tra i 14 comuni interessati i più colpiti furono Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago. Le vittime furono 370, un migliaio i feriti e circa 70.000 i senzatetto. Mazara fu colpita marginalmente.



Il vescovo mons. Giuseppe Mancuso (1963/77) accompagnato da don Giovan Battista Mangogna e don Paolo Milazzo tra i terremotati. A destra il sindaco di Mazara Nicolò Vella



A destra il direttore didattico originario di Partanna Vitale Incalcaterra

Il vescovo visita la tendopoli. Lo accompagnano don Pietro Accardi, don Vito Renda e il fotografo Francesco Boscarino



Durante i funerali dell vittime del sisma


Nelle prime file si notano i politici mazaresi. Il sindaco Nicolò Vella, il presidente della Provincia Saro Ballatore, l'ass.re Berbardo Frazzetta, il notaio Francesco Giubilato




1968 - Cattedrale di Mazara
Matrimonio di una giovane coppia di sfollati di Gibellina
Edvige Ripa, Pino Catalano, Luigi Tumbarello, Nicola Noce, Piero La Grutta, Vito Bonafede, Enzo Tumbiolo (dietro), Franco Romano, Francesca Sardo, Giuseppe Zambuto, Vito Ballatore, Giorgio Foraci, Ezio Bertuglia, Giovanni D'Alfio, Francesca Petruccelli (dietro)
I giovani con la fascia bianca sul braccio sinistro sono "Volontari" del Centro di coordinamento Pro Terremotati

I meno giovani come me hanno vissuto sulla propria pelle il  Terremoto del Belice, violento evento sismico, di magnitudo momento 6,1 che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di PalermoDato che la maggior parte dei comuni colpiti più duramente faceva parte del comprensorio comunemente definito Valle del Belìce o  per definirlo si ricorse a tale termine. Mazara accolse molti terremotati in tendopoli e locali adibiti (scuole, uffici pubblici). Un mazarese, il notaio Francesco Tumbiolo,  esercitante a Pisa, volle dare un contributo alle popolazioni colpite e organizzò un gruppo di volontari che condusse personalmente, con un volo speciale, nella nostra città. Erano giovani psicologi, assistenti sociali, studenti in Medicina e qualche medico che diedero un apporto umano e professionale non indifferente in quei tristi giorni. A loro va il nostro imperituro ringraziamento.

1968 - Un gruppo di terremotati attorno al fuoco


Villa Jolanda
Vito Ballatore, Francesco Tumbiolo (col basco) i una rappresentanza del folto gruppo di pisani


Serata ricreativa alla Colomba Bianca per tenere su il morale ai disagiati

Angela Rizzo, Francesco Tumbiolo, Cesare Vaccaro, Nicola Marino, Enzo Gagliano, Pina Rizzo, Salvatore Valenti, Vito Ballatore, Tino Valenti, Vanni Fiocca, Nicola Noce




Gibellina - Nozze ?
Umberto Fabrizi (a sin)
L'appuntato Umberto Fabrizi, ospitò alcuni terremotati nella sua abitazione. Questa coppia era stata tra gli ospiti e al loro matrimonio vollero che lui partecipasse e lo scelsero come testimone per lo sposo.



1968 - California - (San Diego) - "Comitato pro terremotati di Sicilia"
I siciliani di tutto il mondo furono partecipi del dolore e alcuni raccolsero fondi per aiutare le popolazioni in difficoltà

Santo Giametta, Vito Ferrantello, Vincenzo Fiore, Nenè Vitale, Vincenzo Bruno, Gaspare Sciuto, dott. Frank Gigliotti (premiato per l'opera da lui svolta a favore dei sinistrati), Leonardo Ingrande, Girolamo Ingrande

Video Servizio


Alcune istantanee scattate all'epoca
18/01/1968 - Motevago



















2018 - Roma 

Ha introdotto la presentazione il Coordinatore dei sindaci della Valle del Belìce e primo cittadino di Partanna Nicolò Catania, che ha illustrato la storia dell’emissione straordinaria del francobollo e ha affermato: “L’emissione di questo francobollo è un grande successo per tutta la Valle del Belìce, un giusto tributo di memoria di un popolo che ha vissuto il dramma del terremoto, un popolo che è rinato attraverso la bellezza della sua storia, della cultura e della sua natura”.
Alla cerimonia sono intervenuti i sindaci della Valle del Belìce e i dirigenti di Poste Italiane che con il Direttore della filiale di Poste Italiane SPA di Trapani Fabio Bayona dichiara: “La filatelia attraverso l’emissione di questo francobollo vuole rappresentare la presenza dello Stato che riconosce, dona memoria ed importanza ad un territorio e a i suoi cittadini, una Valle che è rinata sotto il segno della Bellezza.”
Il Francobollo che ha valore di € 0,95 è stato realizzato dalla bozzettista Tiziana Trinca, del Poligrafico dello Stato, ed è accompagnato da un testo redatto dal critico d’arte e assessore alla cultura del Comune di Gibellina Tanino Bonifacio che, per Poste Italiane, così descrive i contenuti iconografici del francobollo:
“La “Stella di Gibellina” è rappresentata iconograficamente nel francobollo come stele della memoria viva, come quinta scenica che si innalza nell’azzurro del cielo e separa un “prima” e un “dopo” terremoto: prima le case dell’antica Valle costruite con pietra precaria e povera, ma ricca di dignità, pietra come scrigno dei valori umani; poi i segni del dramma, i ruderi intrisi di profumi familiari, testimoni silenziosi di affetti perduti.
La “Stella” del mazarese Pietro Consagra è “porta”, varco per un transito fisico e simbolico nella vita dei territori del Belìce, luoghi disseminati di segni di creatività umana che indicano approdi felici in porti rassicuranti pieni di bellezza naturale e culturale.
A mezzo secolo da quella tragica notte del 14-15 gennaio 1968, che vide aprirsi nel seno della Terra il buio dell’inferno e il demone della paura, la Valle del Belìce oggi è diventata una terra che quotidianamente crea, semina, custodisce il fiore imperituro e vitale della Bellezza umana”.
L’emissione di questo francobollo è inserita nel contesto delle iniziative dedicate al cinquantesimo anniversario del sisma del 1968 ed arricchisce il programma delle attività culturali promosse dal Coordinamento dei sindaci della Valle del Belìce

17 marzo 2011

Terremoto a Mazara del Vallo

1981 - Famiglia di Totò Burgio ed amici

La città fu colpita da un piccolo sisma (fu definito dagli esperti di “intensità moderata”, la magnitudo era 4,1), un terremotino che interessò, anche, i comuni di Petrosino e Marsala. L'evento sismico del 7 giugno 1981, fortunatamente, non provocò morti; tuttavia, i danni al patrimonio edilizio fu consistente: dai dati forniti alla Camera dei Deputati, durante la seduta del 23 settembre dello stesso anno, dal deputato nazionale del PCI Giuseppe Pernice, almeno il 60% degli edifici dei Comuni di Mazara del Vallo e Petrosino risultarono lesionati. La situazione più grave si registrò nella nostra città con circa 1.300 immobili da demolire a causa della grave compromissione delle strutture. Gravissimi danni a Petrosino riportarono altre 750 abitazioni. Questa foto è emblematica di quel che avvenne nella nostra città, molti si rifugiarono in campagna o in luoghi di villeggiatura presso parenti o amici. Passato il primo momento di panico e poi di paura, quei soggiorni si trasformarono in una allegro periodo di vacanze e enormi abbuffate.

Piccola nota a margine: quel terremoto, come tanti altri in Italia, diventa anche la scusa per assunzioni senza concorso, cioè per immettere nei ruoli della Pubblica Amministrazione personale senza nessun tipo di selezione pubblica e di merito. La mega sanatoria è prevista dall’art. 12 della legge 28 ottobre 1986 n. 730, che ha disposto l’immissione in ruolo di personale utilizzato precariamente, in base a semplici convenzioni, in occasione di ben 9 terremoti, tra cui quello di Mazara del 1981, e che aveva come unico requisito quello di avere svolto servizio per almeno un anno!

8/6/1981
Una famiglia di mazaresi accampata all'esterno della propria abitazione
Una nota di curiosità
tra le varie "perdite"