23 maggio 2009

San Vito Extra moenia

San Vito martire non è solo il patrono della città di Mazara del Vallo, sede vescovile. Nella Diocesi ben quattro città hanno San Vito come principale patrono, mentre in tutti gli altri centri urbani la presenza del culto al Santo è testimoniato da chiese antichissime erette in suo onore, da quartieri cittadini, che ne portano il nome, da confraternite che dall’età medioevale all’età moderna hanno avuto San Vito come titolare e dalle numerose edicole votive erette in suo onore in urbe ed extra moenia.
Chiesa di San Vito extra moenia

... come era nei primi del Novecento
http://www.cosedimare.com/wp-content/uploads/2012/04/festino_mazara.pdf


L'aspetto attuale nel 2020





Monumento al pescatore di Pino Mazzarese


20 maggio 2009

Santa Maria di Gesù

1957 - Immagini relative ai lavori di ristrutturazione della chiesa Santa Maria di Gesù, che interessarono in particolare la fatiscente Canonica, la facciata della chiesa e alcuni locali parrocchiali. Inoltre venne realizzato un Refettorio per bambini bisognosi. Un comitato ad hoc venne creato per la gestione dei fondi e fu presieduto dal prof Nicolò La Grutta, fiduciario della Curia, che nominò come economo Nino Adamo, per la gestione amministrativa delle spese.

Nicolò La Grutta, mons, G. Di Leo, Nino Maiale (con la caldarella), ing. Andrea Salvo, Tanuzzu Rocca

Nino Adamo, prof. Nicolò La Grutta, mons. Gioacchino Di Leo (vescovo dal 1950 al 63), ing. Andrea Salvo 


Nicola Pugliese, Nicolò La Grutta (collaboratore laico della Curia), mons. G. Di Leo, ing.Andrea Salvo (direttore dei lavori)

Prof. Nicolò La Grutta (Ed. Fisica), ?, ing. Andrea Salvo, Nicola Pugliese (commerciante di Matreriali Edili), Turuzzu Pugliese (secondo muratore)




Restauro della facciata



15/7/1959


Amarcord calcistico

Il 31 luglio 2016, in un noto ristorante di piazza Mokarta 'Za Franca, è avvenuta una rimpatriata tra vecchie glorie del calcio mazarese degli anni 70/80. Grazie alla solerzia e alla certosina ricerca di Matteo e Santino Giacalone si è potuto effettuare questo emozionante incontro tra vecchi amici. L'atmosfera di gioia ha pervaso tutti gl'intervenuti e le loro rispettive consorti, frastornate da quello intenso spirito goliardico. Si sono rivisti dopo tanti anni i protagonisti di tante gloriose pagine del calcio locale. Il più festeggiato è stato il decano Antonio Manciapane, mitico custode e infaticabile mentore di tante generazioni di giovani calciatori. Presenti alcuni dirigenti del tempo ed il sottoscritto che è stato per 15 anni (a titolo gratuito) il medico sociale. Senza tema di mentita credo che molti di quei protagonisti, oggi, con le opportunità che si offrono alle nuove generazioni, potrebbero militare in campionati professionistici senza sfigurare. Mi auguro che, finchè vita ci accompagni, si possa ripetere ogni tanto un incontro come questo che è servito a non dimenticare, a ritemprare gli animi e a rinsaldare un'amicizia sincera e nata dalla pratica dello sport che era, allora una palestra vita per tutti. Un grazie sentito agli organizzatori a nome di tutti!
Gaetano Di Stefano, Rosario Signorello, Luciano Quinci, Saro Librizzi, Roberto Anzalone, Totò Valenziano, ?, Giuseppe Ruggiano, Pino Casisa, Vito Placenti, Pino Colicchia, Nino Chirco, Aldo Fina, Peppe Fontana, Matteo Giacalone, Giovanni Buccheri, Santino Giacalone, Pino Catalano (medico sociale), Antonio Manciapane (custode), Totò Musumeci, Franco Manzella, Filippo Calamusa

con le rispettive consorti 


Pino Casisa, Saro Librizzi, Santino Giacalone, ?, Totò Valenziano, Filippo Calamusa, Rosario Signorello, Giuseppe Ruggiano, Giovanni Buccheri e Totò Musumeci (i gemelli del gol)

Trio meravigliao
Santino Giacalone (Mannarà), Pino Catalano (medico sociale), Antonio Manciapane (custode)



Totò Valenziano, Gianfranco Murador, Giuseppe Ruggiano

19 maggio 2009

Chiesa di San Francesco

Documentazione fotografica, realizzata nel 1977, che illustra per sommi capi, le condizioni della chiesa prima dell'ultimo restauro

La CHIESA di San Francesco così come appare oggi, ad unica navata con quattro cappelle per lato, sorge su una chiesa preesistente dedicata a San Biagio, fatta costruire, dopo la conquista normanna, dal conte Ruggero d'Altavilla nella seconda metà del sec. XI. Nella primitiva veste gotico normanna la chiesa era a tre navate con dodici altari oltre a quello principale. Nel 1680, mons. Francesco Maria Graffeo, reggente dei Minori conventuali e poi vescovo di Mazara (1685/95), decide di trasformare la chiesa in stile barocco, secondo il gusto dell'epoca, per come aveva fatto con la Cattedrale. Le due navate laterali vengono abbattute e la navate centrale viene alzata e coperta a volta. Nel 1703 viene riaperta al culto. In seguito alle scosse telluriche del 1968, la chiesa e l'adiacente convento subiscono notevoli danneggiamenti e poco dopo viene chiusa al culto.
CONVENTO: Il Beato Angelico da Rieti, che fu uno dei primi compagni del poverello d'Assisi, chiamato in Sicilia dal Re Ruggero, mentre era ancora vivente San Francesco, fondò a Mazara, nel 1216, un Convento francescano, contiguo alla chiesa, già dedicata a San Biagio. In seguito alla chiusura del convento, i locali divenuti proprietà della Provincia regionale di Trapani, furono adibiti a Caserma dei Carabinieri, ed oggi dopo un restauro strutturale attendono un ulteriore completamento dei lavori ed una degna destinazione d'uso e da anni sono vergognosamente inutilizzati.

Anni 70 - Un gruppo di bambini del quartiere, aspetta la riapertura della Chiesa
Sull'orlo dell'ultimo gradino è incisa una scrittura:
M. Leonardus Incorvaia Sculpsit. Anno Domini MDCCXXX


Le immagini che seguono sono deli anni '70, prima dell'ultimo osceno restauro (il servizio fotografico fu curato da Pino La Bianca (peri di chiummu)

Le foto sono state commissionate dal sac. Baldassare Graffagnino, parroco pro tempore, al fotografo Varvaro di Castelvetrano e al fotografo La Bianca di Mazara. Prospetto della chiesa che si affaccia nell'omonima piazzetta di San Francesco

A sinistra si intravede l'ingresso dell'ex Convento e l'insegna della Caserma dell'Arma dei Carabinieri, sul balcone sventola la bandiera italiana



Durante i lavori per il livellamento del piano stradale di via mons. La Cava, nel 1960, sono state rinvenute le fondamenta delle strutture della navata centrale. I pilastri dell'antica chiesa erano fatti con conci di pietra di Trapani, molto dura, mentre i successivi riempimenti furono realizzati con conci di pietra di Mazara, molto tenera, che hanno determinato a causa del loro schiacciamento il cedimento e le tante lesioni della parete laterale.

Il prospetto laterale sulla via mons. La Cava è quello che consente più degli altri una lettura di quegli elementi che facevano probabilmente parte della vecchia chiesa di San Biagio. L'intonaco che si nota è quello della primitiva chiesa, venne alla luce nel 1955, per cedimento della copertura della parete in seguito ad una tempesta di pioggia e vento.



... particolari



Dalla via Vittorio Veneto si vede solo la parte alta del Campanile sopravvissuto, l'altro, (erano infatti due i campanili) è andato distrutto e sui resti è stata edificata una casa.







Il Campanile era in condizioni precarie

Interno del Campanile



L'altare centrale, sul quale una volta troneggiava un grande Crocifisso, e nella parte superiore il Padre eterno pendente dalla volta dell'abside, oggi è dedicato all'Immacolata, gloria dell'Ordine francescano. (Si nota don G.B. Mangogna)





Stucchi realizzati probabilmente da Milante Trapanese (che eseguì pure stucchi nella cattedrale)






Gli stucchi della parte superiore della chiesa, di ispirazione michelangiolesca, originali dell'epoca sono di pregevole fattura. Invece le decorazioni delle parti inferiori sono orribili e stridono con quelle superiori in quanto a seguito alla loro usura furono restaurate da manovalanza locale impreparata (e danneggiate ulteriormente dall'ultimo pseudo restauro)

Nelle imposte erano dipinti episodi della vita del santo andati perduti per l'incuria e per infiltrazione delle acque piovane dal tetto 





Nella quarta cappella di sinistra gruppo in legno raffigurante San Francesco sostenuto da due Angeli, mentre riceve le stimmate sul monte Verna




Cappella con Crocifisso, con Calvario (di cartapesta)

Queste le condizioni di molte delle tele esposte


Particolare delle parti basse



Sulla porta maggiore, un organo con cantoria di legno. Si notano dipinti a tempera sul legno con immagini della madonna. Nel Balcone centrale è dipinto San Francesco che riceve le stimmate. La balconata è sostenuta da due cariatidi alate

Sarcofago di marmo del Cavaliere Cesare Bandini realizzato nel 1541 (lo fece realizzare mentre era ancora vivente), sostenuto da due leoncini con teste alzate. Il coperchio è stato trafugato e non è stato mai più ritrovato

Una riunione di pie donne della Congregazione alla presenza del vescovo
Mons. Giuseppe Mancuso, don Gaetano Aiello

don Benedetto Vivona, don Gaetano Aiello