28 agosto 2009

Ospiti illustri

1949 - Il cardinale Ernesto Ruffini (1888/1967)
Il primate di Sicilia, in visita agli Stabilimenti della Ditta Vito Hopps e figli
(Riconosco: Goffredo Hopps e il filio Marcello)

1949 - Esposizione attività produttive


Ricosnosco: don Pietro Foraci



... qualche anno dopo
Nato 1l 19 gennaio 1988 a San Benedetto Po - deceduto a Palermo l'11 giugno 1967

Foto recenti
In occasione della investitura dell'arcivescovo mazarese vito Rallo

24 agosto 2009

Sant'Agnese

1937 - Sant'Agnese - Scuola di Ricamo
Scuola di Taglio, cucito e ricamo gestito dalle suore e molto frequentato dalle ragazze della città

Atrio all' interno dell'Istituto

Vescovi

Cardinale Gian Domenico Spinola (nato a Genova nel 1580 e morto a Mazara 1646 evenne sepolto nella cappella di S. Gaetano nella cattedrale di Mazara.) Fu vescovo della nostra diocesi dal 1636 al 1646


Palermo aprile 1641 - Lettera dell'abate don Rocco Pirri




Abate Rocco Pirri 1577-1651

 (autore di Sicilia sacra disquisitionibus et notitiis illustrata)





Liberata dal conte Ruggero e restituita alla fede cristiana, Mazara divenne sede vescovile di una diocesi assai vasta nel 1093. Il primo vescovo fu Stefano di Rouen, parente prossimo del conte. Di seguito alcuni dei vescovi di cui ho potuto recuperare le immagini.


Matteo Giovanni Graffeo (unico vescovo mazarese, nome religioso Francesco Maria)
(1685-95)


di Enzo Gancitano
Quando il 30 aprile 1685 il mazarese Matteo Giovanni Graffeo fu nominato vescovo della Chiesa di Mazara con il nome religioso di Francesco Maria, un allucinante scenario di povertà contrassegnava la città del Mazaro: miseria, fame, carestie ricorrenti, calamità naturali, perdurare degli attacchi pirateschi, malaria in buona parte dell’agro mazarese e, non raramente, peste. Per tale disastrosa situazione economica il precedente pastore Carlo Reggio aveva dedicato i suoi due anni di episcopato a lenire le afflizioni dei ceti poveri con le sue incessanti opere di carità e magnanimità ritenendo che i beni della chiesa appartenessero ai miseri. Non solo, ma affrontò anche il problema idrico della città non curandosi che la soluzione fosse di pertinenza dell’amministrazione civica del tempo. Pressante era, pertanto, l’aspettativa dei cittadini di un pastore-padre, vicino alle necessità dei figli bisognosi e di un continuatore dell’opera intrapresa dal precedente santo episcopo mazarese. Dopo circa un anno e mezzo di vacatio, il nuovo vescovo esaudì le speranze dei concittadini con le sue doti di umanità e generosità oltre che di immensa cultura e di capacità di governo. Il Graffeo era nato a Mazara il 21 settembre 1633 dal nobile Carlo e da Caterina Jugale. Battezzato nella Cattedrale, a sedici anni entrò nel Convento di San Francesco di Trapani e il 18 dicembre 1655 fu ordinato sacerdote a Napoli. Quattro anni dopo, conseguita la laurea in Sacra Teologia, insegnò a Malta, Messina, Trapani e divenne reggente degli studi a Palermo e Bologna. Ma si distinse anche nelle discipline filosofiche oltre ad essere stato abile oratore e poeta. Ricoprì nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali la carica di Provinciale e Visitatore Generale. Mentre si apprestava al rifacimento ed ampliamento del monastero di San Francesco in Mazara gli pervenne la nomina a vescovo della sua città natale.


Gioirono i poveri, ma si allietarono anche gli amministratori locali. I bisogni degli umili, degli alunni del seminario, le necessità dell’amata sua città, assieme ai doveri pastorali furono, infatti, privilegiati dal nuovo episcopo. Celebrò, appunto, due sinodi oltre a visitare l’intera diocesi due volte. Ma la principale opera per la quale è ricordato è indubbiamente la demolizione di buona parte dell’antica Cattedrale che, in origine, aveva l’aspetto di chiesa-fortezza, e la ricostruzione nella forma attuale. La parte anteriore della chiesa, realizzata su terreno paludoso, tendeva continuamente a cedere e a richiedere costantemente opere di restauro. Nel 1477, infatti, crollò il prospetto a mare interessando la Cappella del Battistero dove era posto il dipinto originale del battesimo di Ruggero, figlio di Federico III e di Eleonora D’Angiò. Dopo quattro anni di lavori, eseguiti sotto la direzione dell’architetto trapanese Pietro Castro e dei capimastri Pietro Schifano e Pietro Orlando, il 6 agosto 1694 fu riaperta al culto la nuova Cattedrale che il vescovo Graffeo arricchì di doni personali come paramenti sacri, candelieri d’argento e vasellame, un pallio in argento per l’altare maggiore, etc. Provvide anche a riparare le mura cadenti della città sostenendo personalmente le spese. A Lui si deve pure l’apertura di una nuova porta, di fronte alla Cattedrale, denominata Porta SS Salvatore, ma la morte lo colse prematuramente, prima del compimento di questa sua ultima opera, conclusa nel 1698 dal nipote Ascensio Graffeo. L’archivolto e i pilastri della nuova apertura furono costruiti obliquamente rispetto alla facciata delle mura, in modo che la direzione portasse esattamente alla porta principale della Cattedrale e non all’alberata Via SS Salvatore che conduce al Piano Maggiore



Tuttavia ciò che la generosità del pastore mazariense creava per la patria, veniva distrutto dalle decisioni, poco lungimiranti, dell’amministrazione civica del tempo. La Porta del Salvatore fu abbattuta, infatti, nel 1874. Sul giornale La Falce di Trapani del 22 marzo 1874 si legge un sarcastico e derisorio brano: “E poi si dice che non c’è progresso ! si dice che il municipio di Mazara sta nell’inerzia, ma con quale coraggio, e chi può osar dire tutto questo, mentre si lavora per atterrare e distruggere l’ultima porta che in questa rimaneva?... Sia lode agli apportatori del progresso! Distruttori delle cose antiche”.
Ma lo smantellamento delle antichità in città non si limitò soltanto a questo, continuò e prosegue ancora oggi. Forse i cittadini mazaresi conservano tuttora i geni dei Peralta che governarono per soli cinque anni la città riuscendo a procurarsi con le loro atrocità il titolo di “malefici occisores et destructores civitatis” ? o i geni di Bernardo e Raimondo Cabrera che negli anni della loro Signoria delucidarono ai Mazaresi, ancora ignari, il significato della quotidianità delle ingiustizie, efferatezze, delitti e ruberie? Cosa ha spinto e spinge, dunque, questi nostri concittadini a cancellare in “toto” le mura medievali della città, ad eliminare le antiche Porte, a distruggere le tombe preistoriche nel lavoro di sbancamento del terreno, a cancellare monasteri, a demolire le anfore romane e puniche eclissandone i resti nel fiume per allontanare così la paura dei controlli delle autorità, a coprire i mosaici ritrovati, a sommergere nel cemento statue romane, ad impossessarsi di monete antiche che il sottosuolo aveva conservato per secoli alla comunità intera, ad abbattere gli avanzi aragonesi durante i lavori di riparazione edilizia nel centro antico della città, a buttare nelle fondamenta come materiale di risulta lapidi romane e greche, ad esiliare nella polvere dell’abbandono e del silenzio quello che di Antico prepotentemente viene fuori o che rimane in attesa di qualche figlio della città che finalmente porti luce alle menti obnubilate?
Chiudeva gli occhi, dunque, all’età di 62 anni, il vescovo Graffeo, il 16 gennaio 1695 e i suoi resti furono sepolti, così come aveva desiderato, nella cripta sotto la cupola maggiore della Cattedrale accanto alle ceneri dei suoi canonici. La lapide sepolcrale riporta: “MORTALITATIS SUAE CINERES QUOS FR. D. FRANCISCUS M. GRAFFEO MAZARIAE INDUERAT SERAPHICO CINERE ET MAZARIENSI INFULA PATRIAE REDDIDIT ILLUSTRIORES SUOS TAMEN IPSE VELUTI INDIGNATUS HONORES SIBI PRAEMORIENS HOC SAXO SEPPELIT ANNO M. DC. XCIV”. “Il fratello monsignor Francesco Maria Graffeo di Mazara aveva assunto con una morte serafica le ceneri della sua natura mortale che anche la dignità aveva reso più illustri alla patria mazarese;tuttavia egli stesso, essendo quasi sdegnato dei suoi onori, morendo prematuramente, le fece seppellire sotto questa pietra sepolcrale”.
Una piccola strada con la storia sconosciuta dei suoi anonimi residenti, ma un toponimo ricco di vicende gloriose: un grande vescovo, un uomo dotto e magnanimo, un insigne mazarese.



Bartolomeo Castelli (Palermo 1650 - Mazara 1730)
Dal 1696 al 1730


Girolamo Palermo (nato a Scicli, dei principi di Santa Margherita)
 dal 1759 al 1765


Michele Scavo
Dal 1766 al 1771


Ugo Papè
Dal 1772 al 1791



Orazio Della Torre
Dal 1792 al 1811

Emanuele Custo
Dal 1816 al 1829




Luigi Scalabrini
 dal 1832 al 1842


Antonio Salomone
dal 1845 al 1857



1845



Antonio Maria Saeli
 
Dal 1882 al 1890




Gaetano Quattrocchi
Dal 1900 al 1903



Nicolò Maria Audino (1861-1933)
Dal 1903 al 1933
Nacque a Vallelunga (CL) Pratameno da Gaetano Audino e Domenica Criscuoli. Era cugino di don Giovan Battista Criscuoli che lo seguì nella nostra Diocesi. Dr. In sacra Teologia, già vescovo di Lipari

1933 - Funerali di mons Audino
Corso Umberto I - Vescovo illuminato ed amato dal popolo






23 agosto 2009

Salvatore Ballo Guercio (1880/1967)

Nato a Palermo il 27 settembre 1880, nel 1904 fu ordinato sacerdote, docente di Diritto Canonico, Morale e Dogmatica nel seminario di Palermo. Cappellano militare durante la guerra 15/18. Fu per 13 anni vescovo di S. Lucia La Mela e poi di Mazara, dal 1933 sino al 1949.
25 luglio 1938
Antonino Angelo, ?, Natale Pecorella (Partanna), Ciulla, ?, ?, Di Marco, Giacalone, Antonino Trapani, mons. Asta (futuro Nunzio Apostolico), Mons. Ballo Guercio, Vincenzo De Simone, ?, Edoardo Tilotta


Anni Quaranta
28/7/1943 - Gli alleati entrano in città 
Lo sbarco in Sicilia (nome in codice operazione Husky) fu attuato dagli Alleati sulle coste siciliane il 10 luglio 1943. In questa foto, scattata davanti al Palazzo Comunale, Mons. Ballo incontra il capitano Louis dell'esercito degli Stati Uniti, ufficiale incaricato per gli affari civili. L'incontro venne sollecitato dal prelato per dare al più presto possibile, un'amministrazione provvisoria alla città in attesa di elezioni democratiche e di tutelare la riapertura delle scuole ( alcune delle quali parificate e gestite dai religiosi).

22 agosto 2009

Politica cittadina

1952 - Seduta di Consiglio comunale
In primo piano l'ass.re Elio Pernice, il sindaco Giuseppe Angelo, l'assessore alle Finanze Nino Papa


Ha la parola il consigliere della DC avv. Alberto Rizzo Marino

1956 - Consiglio comunale
Si notano Nino Papa, il segretario comunale Vincenzo Mingoia, l'assessore Pugliese ed il tecnico audio Pino Bertuglia
Lorenzo Parrinello, Alberto Giacalone, Vito Cristaldi, Nino Papa, Lorenzo Buscarino, Cangelosi, Vincenzo Mingoia 
Lorenzo Parrinello, Nino Cristaldi (Nino Bumma), Alberto Giacalone, Vito Cristaldi, Lorenzo Buscarino, Nino Papa
1956 - Altra seduta del Consiglio
Saro Ballatore, Ciccio Modica, Alberto Tumbiolo, Majale, Nino Hopps, Ciccio Safina, Alberto Rizzo, Giacomo Asaro (sirratu). Tra il pubblico: Carobelli, Bonanno, Goffredo Manzo, Nicola Tumbiolo, Antonino Gagliano, Giaramidaro, Titone, Antonino Sanfilippo (bacarazza)

1958 - Salvatore Giubilato (sindaco) Antonino Papa (assessore alle Finanze)


L'assessore comunale Antonino Papa nel proprio ufficio di piazza della Repubblica (palazzo demolito)

Elio Pernice, Nino Papa, on. Cangelosi, on. Filippo Asaro, Vito Cristaldi

Vecchia Biblioteca comunale
Antonino Papa, il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto avv. Gallo, Saverio Catania (TP), padre Gaspare Morello, Enzo Santostefano, Andrea Salvo, 


Il sindaco Francesco Safina (1952/57) illustra all'Architetto Giamino Misuraca, le precarie condizioni del campanile della Cattedrale



1972 
Un gruppo di rappresentanti della Repubblica Araba Unita, in visita in Sicilia. Una tappa è stata effettuata a Mazara

Il cav. Uff. avv. Alberto Rizzo Marino, cancelliere dell'Accademia Selinuntina, illustra ai diplomatici arabi le vicende connesse allo sbarco degli arabi nell'827 nella nostra città

Il console Tunisino a Mazara
Il sindaco Lorenzo Fasulo (1971/72), nella sala del Crystal relaziona sui rapporti con la Tunisia.
Riconosco: Salvatore Schillaci (vigile), Michele Mezzapelle (vice segretario comunale), Gabriele Salvo, e l'immancabile Ciccio Boscarino (fotografo).


Console tunisino

Pubblico della manifestazione
Aristide Gunnella e sig.ra, mons. Pietro Foraci, Di Stefano, Nino Messina, Saro Ballatore, Mario Cajazzo, Alberto Rizzo Marino, Gianni Di Stefano

1977 - Posa della prima pietra per l'erigendo "Istituto regionale d'Arte"
Filippo Accardi (farmacista), mons. Pietro Foraci(vicario generale), Rino Lombardino (costruttore), on. Giuseppe Pernice, ing. Giuseppe Barone, ?, on. Mimmo Cangelosi, Rolando Certa (assessore alla cultura), Bartolomeo Mezzapelle (assessore ai Lavori Pubblici)


1977 - Girolamo Pipitone (ass. PRI), Perino (commissario di P-S.), Saro Ballatore (presidente della Provincia), don Vincenzo Sammartano, Mario Cajazzo (Direttore Consorzio Delia Nivolelli), mons. Costantino Trapani, Pino Pernice, Nino Messina (consigliere comunale PRI), Aurelio Burgio (imprenditore agricolo), on. Filippo Asaro (PCI)
1979 - Chiesa di San Giuseppe
Una manifestazione ufficiale col sindaco Nicolò Billardello
Enzo Giardina (vigile urbano), Caronia (guardia di P.S,), Saro Certosa (vigile urbano), Faustino Giubilato, Fiorentino Salvatore (ten. Polizia Municipale)

Anni Ottanta


Gonfalone

1983 - Corso Umberto I - I sindaci della Valle del Belìce, riuniti nella nostra città, per sollecitare gl'interventi del governo nazionale per i danni del terremoto dell'82. Nicolò Vella (sindaco), mons. Costantino Trapani, Mimmo Di Giovanni (presidente della provincia), Fulvio Sodano (prefetto), Girolamo Pipitone (consigliere provinciale)

piazza Mokarta

Inaugurazione del nuovo ponte sul fiume Mazzaro

Giuseppe Canzonieri, mons. Costantino Trapani, Nicolò Vella, Michele Mezzapelle (di spalle, vice segretario generale), Salvatore Schillaci (vigile urbano), Saro Certosa (vigile urbano)