03 aprile 2015

Comandante partigiano Petralia (Vincenzo Modica) al quale Vincenzo Bascone ha dedicato un libro

Il 6 maggio 1945 il comandante Petralia consegna la bandiera delle Brigate Garibaldi piemontesi al rappresentante del Governo

Il momento della consegna
L'alfiere portabandiera Petralia mentre consegna in piazza Vittorio a Torino la bandiera.

"Petralìa" è parte della storia di quell’Italia tagliata in due, è un protagonista, è solo un uomo, un semplice picciotto venuto da Mazara del Vallo in Piemonte per realizzare il sogno di una vittoria che trascinava una guerra già persa. E’ la storia semplice ma significativa e vibrante di un soldato divenuto comandante partigiano perché tradito dagli stessi ideali che lo avevano entusiasmato da giovane.
Siamo nell’Italia dell’autarchia, del Duce che “dava lustro alla Nazione.Gli italiani dovevano seguire i suoi voleri”.
I giovani sentivano dal di dentro il “dovere” e nacque in loro la smania di arruolarsi. Vincenzo Modica era uno di questi, bravo ragazzo, studioso, intelligente e bello come Amedeo Nazzari cui molto rassomigliava. Ma a lui dell’essere un Adone poco importava. La Patria era la sua vita e difenderla il suo primo dovere. Lo zio Turi inutilmente tentò di dissuaderlo. “La patria chiama, zi’ Turi.” All’Università era scritto il motto : ‘libro e moschetto, fascista perfetto’. E’ da vili non partecipare alla grande vittoria finale dell’Italia”.
E lo zio Turi inutilmente insistette e - con voce rassegnata - smise di parlare; ma, deciso e con fermezza sussurrò: “ O sì pazzu o sì minghia. La guerra è macellu di carni cristiana…non è altro”.
Vincenzo partì per l’Università di Napoli dove la propaganda la faceva da padrone.Non s’arrese, telefonò a casa e disse: “...papà….tacque per qualche secondo, prese coraggio, alzò la voce e perentoriamente disse: vogghiu partìri militari…”
Nel mese secondo del ’41 Vincenzo Modica raggiunse il 6° reggimento lancieri Aosta a Napoli.
Rasato , vestito da “gagliardo” viene destinato in diverse sedi. Poi…la chiamata ( 1942) per il corso di allievo Ufficiale di complemento: destinazione Pinerolo, arma di Cavalleria.
Esami . Prova superata. Vincenzo è Ufficiale presso la caserma Conte di Torino a Pinerolo.
La guerra, intanto, mieteva sempre più vittime. Vincenzo non riusciva più a sostenere le certezze della forza delle colonne del suo ideale di Patria.
Passeggiò, travolto da un turbinìo di idee confuse e dubbi atroci, per le vie di Vigone. Solo Giulia interruppe il suo vagare nel vuoto. Viso angelico, capelli chiari che brillavano al sole, coda di cavallo. Tant’era bella che Vincenzo s’incantò, attese e la salutò. Si videro, si rincontrarono ..poi lei scomparve. La speranza di rivederla rimase cementata nel cuore di Vincenzo. La guerra volgeva verso la sconfitta. Il pinerolese ormai è la sua terra d’azione.
Un giorno conobbe un tenente piccolo di statura,: un guerriero saraceno. Gli parlò.
L’incontro rimase scolpito nella storia per le conseguenze che provocò nell’animo del picciotto perché quel tenente saraceno era un siciliano: Pompeo Colajanni, nisseno di origine. Un incontro affettuoso. Una svolta. Le lunghe chiaccherate, le illusioni, e la realtà che, tra l’altro, anche Vincenzo aveva vissuto tra fughe, paure e fame lo convinsero che “ con un esercito da operetta era un miracolo che l’italia non fosse già stata occupata cinquanta volte….
Vincenzo per il duce non nutriva più fiducia.”
E’ l’8 settembre.Vincenzo è un partigiano, come sempre viene sorretto dagli stessi ideali di libertà e democrazia. Nelle formazioni partigiane di Colajanni vi è il liberatore di Torino, Geymonat, Antonio Giolitti e mille altri. Si deve preparare un piano strategico ed efficiente. A Barge (Cn) danno vita al battaglione “Pisacane” e, unitamente agli alleati, nutrono fondate speranze di portare la libertà e la democrazia in Italia. Scelgono tutti un nome di battaglia per non essere facilmente riconosciuti dal nemico. Vincenzo è Petralìa, un nome dal sapore tutto siciliano perché appunto Petralìa è una cittadina di quella terra.
Molte le vicissitudini, le sofferenze, e le paure, terrore e morte. Vincenzo Modica, Petralìa, si distingue per la sua intelligenza e la capacità di fine stratega.
Dopo aver lottato su diversi fronti su e giù per le montagne, sta per cadere in mani naziste ma una religiosa lo aiuta a fuggire.
Poi…la liberazione. Barbato ora si chiama Pompeo Colajanni e così Petralia diventa Vincenzo.. E’ festa. Pompeo fissa il suo sguardo su Vincenzo “non più l’ufficialotto un pò vanesio ed inconsapevole ma l’uomo che meglio di tutti, per il suo coraggio ed abnegazione, proveniente dal più lontano paese del Sud Italia, rappresentava il Paese libero…..fu l’alfiere della manifestazione partigiana di Torino.
A Mazara nulla seppero di Petralìa, da subito.
Poi il 9 gennaio 2003 grandi onori che si rendono ad un eroe. C’erano “ vecchi e giovani ad accompagnarlo. Corone di fiori, bandiere, gagliardetti e poi tanta, tanta commozione.”
La memoria del picciotto venuto dal sud a Pinerolo, Vigone, Barge rimane viva in queste terre. Ancora oggi.
Un eroe fu battezzato. No. Eroe proprio no. Solo un combattente, un patriota che con la sua dedizione sincera e consapevole seppe contribuire a dare unità all’Italia, un senso alla Patria smarrita.
Fuori dalla storia narrata, dagli eventi che essa ridisegna quasi quotidianamente,l’autore ( Ignazio Bascone : Petralìa –Vincenzo Modica, il picciotto di Mazara del Vallo che diventò comandante partigiano in Piemonte – Libridine Editrice Prezzo: €.10 ) ha il merito di dare semplicità e scorrevolezza ai fatti, all’azione di un uomo semplice , cocciuto e determinato fino a rischiar la vita. Un esempio per i giovani,un esempio per le generazioni future.
E lo fa con una scrittura in cui la parola è capace di diventare architettura raffinata e sobria; con l’uso del dialetto siculo-mazarese. Intellegibile a tutte le latitudini della Penisola. Ecco perché ‘Petralìa’, al di là delle ideologie, si legge con la voglia di chi vuol comprendere bene uomini e fatti del tempo appena passato e di cui , ancora oggi, la storia non riesce ( o forse non vuole ) a dare un giudizio definitivo. Il partigiano, l’uomo e l’italiano Petralìa evidenzia concrete premesse documentali per riscrivere ancora della Resistenza, dei suoi valori e degli errori, al di sopra delle parti e fuori da ogni sospetto in una chiara condivisione dei fatti senza preminenze ideologiche perché almeno i morti si accomunino essendo tutti figli della stessa Italia. (Giovanni Venezia)








Un luogo comune vuole che alla guerra di resistenza combattuta dai Partigiani contro le truppe nazi-fasciste abbiano partecipato quasi esclusivamente giovani del nord del nostro paese. In realtà non è così, infatti, anche le Regioni meridionali dettero il loro corposo contributo in termini di giovani e di vittime. La Sicilia annoverò, tra le fila dei partigiani migliaia di aderenti, e di essi fecero parte un gruppo di giovani mazaresi, i quali dopo l’8 settembre del 1943 abbracciarono i fucili e salirono in montagna per partecipare alla liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista. La neo costituita (2017) sezione mazarese dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), oltre che a perseguire gli obiettivi dell’Associazione, si adopera per il recupero della memoria di questi nostri concittadini che contribuirono alla liberazione del Bel Paese. Abbiamo intitolato questa nostra sezione, ad un mazarese che tanto si adoperò per la liberazione di Torino, Vincenzo Modica conosciuto tra le file dei partigiani come il Comandante "Petralia". Vorremmo doverosamente onorare, anche, la memoria degli altri partigiani mazaresi e per questo motivo alleghiamo un elenco noto di mazaresi che furono partigiani nella speranza che i loro eredi possano darci notizie, e testimonianze del loro operato nella difficile battaglia per la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista. Chi ha notizie in merito può contattarmi, Grazie.

01 Bucca Antonino 
02 Castelli Filippo 
03 Crispino Nino 
04 Farina Vincenzo 
05 Fortunata Pietro 
06 Giacalone Pietro 
07 Girgenti Giorgio 
08 Grimaldi Giuseppe 
09 Ingargiola Pietro 
10 Ingargiola Antonino 
11 Ingargiola Vincenzo 
12 Lepri Federico 
13 Lombardo Giuseppe 
14 Lumia Vincenzo 
15 Margiotta Benedetto 
16 Marzo Vincenzo 
17 Modica Giovanni 
18 Modica Vincenzo 
19 Morello Gaspare 
20 Piccione Gaspare 
21 Sacco Nicola 
22 Sala Calogero 
23 Sinacori Isidoro 
24 Tumbiolo Giulio 
25 Vento Gaspare

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