Santu Patri di li Pirreri
Lu viaggiu a la 'pperi (molti per devozione o penitenza a scalzi) in contrada Strasatti per il Santuario di "Santu patri di li pirreri" Anni cinquanta (questa comitiva è in attesa che il custode del santiario aprrisse la porta)
Alagna, Enzo Di Liberti, Francesca Sardo, Enzo Cristaldi, Nedda Di Liberti, Brigida La Bianca, Angela Ballatore, Vincenzo Di Liberti, Maria Mandirà (?)
1953 - La classica foto ricordo col padrino per la Prima Comunione
Ciccillo Manna (commerciante napoletano di prodotti ittici) con Giovan Battista Quinci
Foto in studio con relativa scenografia...
Caterina Manciaracina (mia cognata)
Enzo Sammartano
Foto ricordo in studio. Immancabili i calzini bianchi e la candelina
... per la Cresima, la variante con la madrina
Pietra Ingargiola (la mamma), Angela Manciaracina (mia moglie), la Madrina Santannera
1956 - Funerale di Mario Bucca
Inviatami dal mio amico Franco, essa è un caro ricordo di famiglia e gli sono grato per questo
Dal punto di iconografico è una delle più pregnanti immagini della collezione. Con tutto il rispetto dovuto al tema, essa è comunque, scenografica, penetrante, densa di tradizione, un incantevole e colorito spaccato del nostro passato. Siamo in via Vittorio Veneto, personaggi: Nino Corrao alla guida del carro funebre (carrozza a due cavalli). Don Paolo Milazzo, parroco di San Nicola, il sagrestano e le orfanelle dell'Istituto Divina Provvidenza. Dietro i figli e i parenti e gli amici in rigorosa sequenza.
In questa rara ripresa dall'alto si nota la presenza di un altro sacrestano, Giuseppe Gitto (della cattedrale, che era zoppo) e le reverende suore che accompagnavano gli orfanelli.
Due note: La targa dello studio medico del dott. Ulisse Vernaccini, e il modo di parcheggiare che, da sempre, ha contraddistinto il mazarese medio
Funerale della sig.ra Nicolina Cancemi (salemitana)
Notare che quelli che precedevano il carro funebre (a pagamento: banda, seminaristi, orfanelle) era di più di quelli che seguivano spontaneamente il feretro
Edicole
Questa particolarissima edicola votiva, della quale ho avuto notizia solo recentemente, ha più un significato pagano che cristiano. E' ubicata in un vicolo che si trova alla sinistra della Chiesa di Santa Veneranda. In antico, si tramanda, che in quel luogo si svolgevano i duelli rusticani all'ultimo sangue. I contendenti prima di iniziare il combattimento, pregavano a quella edicola. Dopo la contesa chi sopravviveva, prima di andar via, passava davanti alla croce e vi strofinava il coltello ancora intriso di sangue del malcapitato. Credo che questa pratica avesse un duplice significato: da una parte ringraziare il Padre Eterno per essere sopravvissuto e dall'altra raccomandare l'anima del defunto (come dire adesso pensaci tu, o Signore)
1975 - Edicola votiva in Piazza Porta Palermo (foto da me scattate)
Queste foto hanno una doppia valenza, documentare l'uso atavico nella nostra città di creare delle edicole votive lungo i percorsi cittadini (prevalentemente nel centro storico e che vanno scomparendo) ed evidenziare il fatto che si è consentito per tanti anni di deturpare le facciate degli edifici cittadini con gli orribili fili da parte dell'Ente erogatore dell'energia elettrica e da parte della Compagnia dei telefoni. Cosa che ancor oggi continua in modo vergognoso, senza che nessuna amministrazione prenda i dovuti provvedimenti.
Nelle case, dei marittimi (in particolare) c'era l'uso delle edicole votive private. I marinai prima di partire usavano affidarsi a Dio o ai Santi. Inoltre le mogli e i figli quando erano in attesa dei loro cari, pregavano davanti allea immagine sacra. Spesso le anziane si sedevano attorno all'edicola e recitavano il Santo Rosario. Questa usanza è andata perduta e se qualche edicola si trova nelle moderne abitazioni funge solo per arredo.
La maggior parte veniva collocata nelle scale o nei lucernari
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