1939 - Pietro Gunnella (caporal maggiore, in piedi) in zona d'operazione
L'occupazione militare dell'Albania da parte del Regno d'Italia avvenne il 7 aprile1939.
La prima ondata (1º Scaglione) del Corpo di Spedizione Oltre-Mare Tirana (OMT) investì il territorio albanese suddivisa in quattro colonne, le quali sbarcarono a San Giovanni Di Medua, Santi Quaranta, Valona e Durazzo, non incontrando particolari resistenze dell'esercito albanese:
Tenente Cappellano in Albania celebra la Santa Messa
1940
1940
Vito Mauro
1940 - Tarquinia
Bartolomeo Romagnosi
Bartolomeo Romagnosi e commilitoni
Pantelleria (a destra si vede un dammuso)
1941 - Pizzolungo (TP) - Base Militare Italiana
Salvatore Morello, Ignazio Marrone, Alberto Vaiasuso, Girolamo Ingrande
Occupazione italiana in Grecia 1941/43
L’occupazione della Grecia da parte italiana negli anni 1941-1943, resta a tutt’oggi un territorio sostanzialmente inesplorato, per non dire dimenticato, nell’ambito delle occupazioni italiane della seconda guerra mondiale.
Soldati italiani (forse qualche mazarese) durante l'occupazione
Grecia
il secondo da destra in ginocchio il mazarese Tommaso Lu Piccolo
Pisa - Ospedale Santa Chiara
Il primo sulla destra il mazarese Giuseppe Cutaja
10/08/1941 - Orvieto
Totò Caci
Diego Di Liberti (?)
Antonino Buscemi
1942
Paolo Tedesco
Il piccolo barbiere Michele Romeo (che poi diventerà un rinomato parrucchiere per signora), a soli dodici anni, mentre rade la barba ai militari
2/1/1943 - Paparella (Val d'Erice)
Vincenzo Lombardo (quarto da sin)
Prigionieri italiani di guerra nelle campagne di Mazara del Vallo
Prigionieri di Guerra nelle campagne di Castelvetrano
Note storiche tratte da “Diario 1943/44 “ Mazara durante la Seconda Guerra Mondiale di Filippo Napoli
Luglio 1943: sin dalle prime ore del giorno 21 si sparse in città la notizia dell’imminente arrivo degli americani che da Castelvetrano muovevano verso Mazara. Un gruppo di cittadini, una quarantina in tutto, composto da antifascisti, comunisti, preti (capeggiati dal parroco della cattedrale don Giovan Battista Criscuoli) e commercianti, autoproclamatisi rappresentanti della città, si mossero andando incontro festosamente alle prime pattuglie. I pochi sodati che ancora si trovavano in città abbandonarono i loro posti lasciando al saccheggio tutto ciò che si trovava nei magazzini e nei deposti, che in meno di mezz’ora rimasero svuotati. Nel tardo pomeriggio una camionetta con un ufficiale arriva in città prende contatto con il comandante del presidio e con il podestà avv. Franco Barracco che furono invitati a recarsi con lui a Campobello per prendere contatto con le autorità militari americane. Il podestà assicurò loro che non avrebbero trovato alcuna resistenza al loro arrivo a Mazara e ricevettero assicurazione che la popolazione sarebbe stata rispettata. Uno dei due ufficiali, un maggiore, invitò il podestà a rimanere in carica e di occuparsi dell’amministrazione del Comune assicurando piena collaborazione per l’ordine pubblico delle truppe che da lì a poco sarebbero arrivate. Così dal 22 luglio la città si trova sotto il dominio straniero. La mattina del 26 la Radio annunciò che il giorno precedente Mussolini si era dimesso dalla carica di Capo del Governo e di Capo delle forze armate e che il re aveva affidato al gen. Badoglio le due cariche. Gli avvenimenti importanti di quei giorni furono il ritorno delle famiglie dalle campagne, la riapertura dei caffè dei negozi, la chiusura delle Banche e la pubblicazione di un calmiere generale per frenare gli abusi del mercato nero. Un certo riordinamento dell’ospedale civile e infine l’arrivo di un corpo di polizia di 68 uomini. Merita di essere ricordato il capitano Vincenzo Gaggiano da Napoli, comandante del treno armato, che stazionava nei pressi della Dogana, il quale abbandonato dai suoi soldati, dopo aver reso inservibili i quattro cannoni, preferì darsi alla morte piuttosto che consegnarsi al nemico. Queste brevi note servono ad introdurre le notizie delle foto che seguono
Lo sbarco in Sicilia (nome in codice operazione Husky) fu attuato dagli Alleati sulle coste siciliane il 10 luglio 1943. In questa foto, scattata davanti al Palazzo Comunale, Mons. Ballo incontra il capitano Louis dell'esercito degli Stati Uniti, ufficiale incaricato dal Comando per gli affari civili alleato (AMGOT). L'incontro venne sollecitato dal prelato per dare al più presto possibile, un'amministrazione provvisoria alla città in attesa di elezioni democratiche e di tutelare la riapertura delle scuole ( alcune delle quali parificate e gestite dai religiosi).
28/7/1943 - Piazza Municipio
La foto mostra, da sinistra l'ex podestà Franco Barracco, il vescovo mons. Salvatore Ballo Guercio, il capitano Louis dell'esercito degli Stati Uniti e il prefetto. Date le ottime referenze date ai militari dai notabili della città e dalla Chiesa locale gli alleati assegnarono all'ex podestà l'incarico di guidare da Commissario Unico, la civica Amministrazione sino a nuove elezioni. Forse la foto ritrae proprio il momento della comunicazione, di quelle decisioni importanti, alla cittadinanza. Il muro di protezione davanti al portone è dovuto ai danneggiamenti dei bombardamenti anglo-americani.
Al centro Giuseppe Burzotta
Giuseppe Burzotta (primo a sin)
Pietro Ballatore
Cappellano Militare
Don Vincenzo Foraci, col grado di tenente. Fu fatto prigioniero in Russia durante l'ultimo conflitto mondiale
5/2/1945
Francesco Lombardo (in licenza al rientro dal fronte)
1947 - Pordenone
Antonino Di Simone (negli anni cinquanta diventerà Capo Stazione)
Raffaele Caravaglios
1936 - Corrispondenza dalle Colonie - Africa Orientale
retro
1942 - Corrispondenza Militare
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Corrispondenza Prigionieri di Guerra
1936 - Corrispondenza dalle Colonie - Africa Orientale
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1942 - Corrispondenza Militare
retro
Corrispondenza Prigionieri di Guerra
1943
Lettera 22/7/1944
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