Can. Michele Severino

Mons. Gioacchino Di Leo firma la pergamena dell'Aelogium.
Il notaio Francesco Giubilato presenzia
Durante la traslazione della salma
ottenuto il permesso di disseppellimento e la sua ubicazione nella Chiesa di Sant'Agostino, come auspicato da don Michele. Una commovente cerimonia dove il notaio F. Giubilato legge l'aelogium che verrà chiuso in un tubo di piombo nella tomba.
A sin F. Giubilato, il comm.rio di P.S. La Manna, don G.B. Mangogna
A sin F. Giubilato, il comm.rio di P.S. La Manna, don G.B. Mangogna
Nella "sua" chiesa sulla lapide marmorea, in lingua latina, collocata sulla sua tomba, si legge:
CATH.ECCL. ARCHIDIACONUS
APUD PAUPERUM DOMUM
IN QUAM AEDIFICANDAM
SUAM LAETUS VITAM IMPENDIT
HEIC UBI OPTARAT
IN DOMINO QUIESCIT
MDCCCLXXV - MCMLIII
NOTE STORICHE
Il Ricovero di Mendicità, poi Casa Divina Provvidenza, fu ufficialmente fondato in Mazara il 4 novembre 1923, grazie alla grande volontà di don Michele Severino (1875 - 1953) e alla nobiltà d'animo di molti mazaresi che contribuirono economicamente alla istituzione dell'opera pia. In questa gara di solidarietà anche il Comune fece la sua parte, cedendo alla costituenda Opera Pia il suo fabbricato annesso alla chiesa Sant'Agostino e una rendita di L. 3.000 annue da corrispondere agli amministratori dell’Ospizio per tutta la durata della sua esistenza.
Un’ulteriore contributo, alla realizzazione dell’istituto, venne dal presidente dell’Opera Pia la Buona Morte, che manifestò pubblicamente la volontà di dare a favore dell’erigendo Ospizio tutto quanto era patrimonio dell’anzidetto ente, compresi i propri locali, poiché era venuto meno, col mutare dei tempi e delle leggi, lo scopo per cui era stato fondato, che era quello di assistere i condannati a morte. Nella seduta del 28 gennaio il Consiglio Comunale provvede alla nomina di un comitato esecutivo con compiti di coordinamento composto dai seguenti signori:
dott. Biagio D’Andrea, presidente
prof. Francesco Morsellino, vice presidente
avv. Nicolò Bono, cassiere
prof. Giuseppe Morello, segretario
cav. Giacomo Hopps Caracci, cav. Francesco Sansone, sig.ra Marini Luisa, sig.ra Maria Norrito, mons. Lorenzo Jella, prof. Antonio Sanfilippo, sig. Leonardo Mirto, cav. Vito Rubino, prof. don Gaspare Morello, dott. Giuseppe La Grutta.
Il comitato si occupò di preparare un preventivo di spesa per la fondazione e il mantenimento dell’erigenda Opera Pia e di portare a termine l’istituzione dell’iniziativa, che fu condotta con successo. Mons. Severino dedicò la sua intera vita, con umiltà e spirito di sacrificio, ai poveri ricoverati coadiuvato (dal 1924) in questo nobile compito dalle Suore, che vi rimasero sino ai nostri giorni. Solo l'anno scorso, la Regione Siciliana non ha rinnovato il loro contratto e le suore hanno fondato una casa per il ricovero di fanciulle in difficoltà, nei locali di via California, che hanno ricevuto in eredità da don Vito Renda, recentemente scomparso. Don Michele fu insignito, come si usava allora, anche, del titolo di servitore segreto di Sua Santità, per i meriti acquisiti nel suo ministero.

Pubblicò pure, nel 1924, un bollettino lo "Svegliarino" che serviva per ringraziare pubblicamente i benefattori e per comunicare le iniziative della Casa.
Mons. M. Severino, nacque a Mazara il 6 maggio 1875 da famiglia di lavoratori. Ai suoi doveri sacerdotali, svolti con dedizione ammirevole, alternò la missione d'insegnate nelle scuole elementari ed il servizio nella Curia vescovile, dove svolse alcuni incarichi, tra cui quello di delegato vescovile.
Nel capitolo della cattedrale, dopo essere stato Beneficiale e Canonico, in ultimo fu anche Arcidiacono. Fu rettore della chiese di San Vito in urbe (Santa Teresa), Santa Caterina e Sant'Agostino. Ebbe anche il titolo di Cameriere segreto di Sua Santità in ricoscimento delle sue alte benemerenze sacerdotali e sociali. Morì il 6 febbraio 1953.
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