16 aprile 2008

Can. Michele Severino
E' una di quelle rare figure che danno lustro all'intero Clero diocesano, spesso additato per negligenza nello svolgimento del proprio ruolo istituzionale. Per la sua opera di sacrificio quotidiano e per il suo spirito di totale dedizione verso i poveri e diseredati merita di essere ricordato non come un modesto e umile sacerdote, come lui amava professarsi, ma come un nobile modello d'ispirazione per tanti giovani sacerdoti di oggi. Ideò, fondò e diresse un Istituto che prima sotto il nome di Ospizio di Mendicità, accolse vecchi, poveri ed invalidi di ambo i sessi, poi con il titolo di Casa Divina Provvidenza, ospitò i minori abbandonati e gli orfani. Oggi l'Istituto vive un momento di grande difficoltà, legato in parte ai proibitivi costi gestionali e molto al di Una figura di Sacerdote che vale la pena ricordaresi interesse della Politica che non ha provveduto alla trasformazione di esso, in una moderna società di servizi adeguata ai tempi. Vi lascio immaginare quante difficoltà, quanti sacrifici quanti dolori dovette subire mons. Severino per riuscire a realizzare il suo sogno. Ma la sua tenacia e la sua volontà riuscirono ad averla vinta. Riuscì pure a far restaurare la vicina chiesa di Sant'Agostino, che lo accolse dopo la sua morte. Infatti il suo ultimo desiderio, quello di essere seppellito vicino ai suoi poveri, venne recepito e promosso dal vescovo di allora Mons. Gioacchino di Leo ed autorizzato dal Governo nazionale, per i meriti acquisiti per la sua opera di benefattore dei poveri di Mazara e dei paesi viciniori che lui accoglieva ugualmente. 


Mons. Gioacchino Di Leo firma la pergamena dell'Aelogium.
Il notaio Francesco Giubilato presenzia 

Durante la traslazione della salma
ottenuto il permesso di disseppellimento e la sua ubicazione nella Chiesa di Sant'Agostino, come auspicato da don Michele. Una commovente cerimonia dove il notaio F. Giubilato legge l'aelogium che verrà chiuso in un tubo di piombo nella tomba.
A sin F. Giubilato, il comm.rio di P.S. La Manna, don G.B. Mangogna


Nella "sua" chiesa sulla lapide marmorea, in lingua latina, collocata sulla sua tomba, si legge:
D.O.M. MICHAEL ANGELUS SEVERINO SACERDOS 
CATH.ECCL. ARCHIDIACONUS
APUD PAUPERUM DOMUM
IN QUAM AEDIFICANDAM
SUAM LAETUS VITAM IMPENDIT
HEIC UBI OPTARAT
IN DOMINO QUIESCIT
MDCCCLXXV       -       MCMLIII
NOTE STORICHE
Il Ricovero di Mendicità, poi Casa Divina Provvidenza, fu ufficialmente fondato in Mazara il 4 novembre 1923, grazie alla grande volontà di don Michele Severino (1875 - 1953) e alla nobiltà d'animo di molti mazaresi che contribuirono economicamente alla istituzione dell'opera pia. 
La piccola casa della Divina Provvidenza

In questa gara di solidarietà anche il Comune fece la sua parte, cedendo alla costituenda Opera Pia il suo fabbricato annesso alla chiesa Sant'Agostino e una rendita di L. 3.000 annue da corrispondere agli amministratori dell’Ospizio per tutta la durata della sua esistenza.

Don Michele con le reverende Suore e alcuni ospiti dell'Istituto

Un’ulteriore contributo, alla realizzazione dell’istituto, venne dal presidente dell’Opera Pia la Buona Morte, che manifestò pubblicamente la volontà di dare a favore dell’erigendo Ospizio tutto quanto era patrimonio dell’anzidetto ente, compresi i propri locali, poiché era venuto meno, col mutare dei tempi e delle leggi, lo scopo per cui era stato fondato, che era quello di assistere i condannati a morte. Nella seduta del 28 gennaio il Consiglio Comunale provvede alla nomina di un comitato esecutivo con compiti di coordinamento composto dai seguenti signori:
dott. Biagio D’Andrea, presidente
prof. Francesco Morsellino, vice presidente
avv. Nicolò Bono, cassiere
prof. Giuseppe Morello, segretario
cav. Giacomo Hopps Caracci, cav. Francesco Sansone, sig.ra Marini Luisa, sig.ra Maria Norrito, mons. Lorenzo Jella, prof. Antonio Sanfilippo, sig. Leonardo Mirto, cav. Vito Rubino, prof. don Gaspare Morello, dott. Giuseppe La Grutta.

Il comitato si occupò di preparare un preventivo di spesa per la fondazione e il mantenimento dell’erigenda Opera Pia e di portare a termine l’istituzione dell’iniziativa, che fu condotta con successo. Mons. Severino dedicò la sua intera vita, con umiltà e spirito di sacrificio, ai poveri ricoverati coadiuvato (dal 1924) in questo nobile compito dalle Suore, che vi rimasero sino ai nostri giorni. Solo l'anno scorso, la Regione Siciliana non ha rinnovato il loro contratto e le suore hanno fondato una casa per il ricovero di fanciulle in difficoltà, nei locali di via California, che hanno ricevuto in eredità da don Vito Renda, recentemente scomparso. Don Michele fu insignito, come si usava allora, anche, del titolo di servitore segreto di Sua Santità, per i meriti acquisiti nel suo ministero.


Pubblicò pure, nel 1924, un bollettino lo "Svegliarino" che serviva per ringraziare pubblicamente i benefattori e per comunicare le iniziative della Casa.


NOTE BIOGRAFICHE
Mons. M. Severino, nacque a Mazara il 6 maggio 1875 da famiglia di lavoratori. Ai suoi doveri sacerdotali, svolti con dedizione ammirevole, alternò la missione d'insegnate nelle scuole elementari ed il servizio nella Curia vescovile, dove svolse alcuni incarichi, tra cui quello di delegato vescovile.
Nel capitolo della cattedrale, dopo essere stato Beneficiale e Canonico, in ultimo fu anche Arcidiacono. Fu rettore della chiese di San Vito in urbe (Santa Teresa), Santa Caterina e Sant'Agostino.  Ebbe anche il titolo di Cameriere segreto di Sua Santità in ricoscimento delle sue alte benemerenze sacerdotali e sociali. Morì il 6 febbraio 1953.


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