Nei primi decenni dell’ottocento aveva riguardato gruppi limitati di persone che vi si recavano soprattutto per ragioni di affari. Questa fase è stata definita “ligure” per la prevalenza di genovesi, interessati al traffico commerciale. A partire dal 1820 vi fu anche un’emigrazione politica, che si intensificò dopo il 1848. La partecipazione degli esuli alla vita civile del Sudamerica, in difesa dell’indipendenza e della libertà di quei popoli, è il dato che contraddistingue questo tipo d’emigrazione. Gli esuli non chiedevano soltanto un asilo, un rifugio, ma portavano ai popoli che li accoglievano il contributo della loro passione politica e delle loro idee. L’esempio più noto è ovviamente quello della “legione italiana” di Garibaldi, ma se ne potrebbero ricordare anche altri. La seconda fase ebbe inizio col 1870 e durò fino al 1890. Essa è stata definita “nord-occidentale” per la prevalenza di emigranti provenienti dall’Italia del nord. Dal 1890 al 1920, infine, vi fu, invece una prevalenza di meridionali. La grande emigrazione che ebbe inizio nel 1870 è legata ai processi di trasformazione che ebbero luogo nelle campagne. Si discute se questa ondata emigratoria sia stata causata più da fattori interni o esterni, cioè se si sia trattato di un processo di espulsione dall’Italia di masse che non riuscivano più a trovarci le condizioni elementari di sopravvivenza, o a un processo di attrazione da parte della “Merica” (così, di solito, gli emigranti definiscono nelle loro lettere la nuova terra) su persone che volevano migliorare le loro condizioni di vita. È indubbio che in quei decenni ci fu un peggioramento di queste condizioni e che esse sarebbero state ancora più gravi se la pressione demografica non avesse trovato sfogo nell’emigrazione. Certo, non si possono nemmeno escludere, tra le motivazioni che spingevano a lasciare l’Italia, la volontà di tentare la fortuna, spesso sull’esempio di compaesani, sia che l’avessero già trovata sia che la immaginassero, nel Sudamerica, vicina o almeno possibile
Anni Quaranta
Ignazio Casubolo e signora
Mar della Plata, provincia di Buenos Aires
Qui con la primogenita Daniela
Ritorno in patria: Daniela e Gabriella
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